Animali in famiglia
L’ipertiroidismo nei gatti adulti
Fra le tante malattie che affliggono il gatto ce n’è una abbastanza comune: l’ipertiroidismo felino che colpisce soprattutto i gatti di mezza età e gli anziani, senza preferenza di razza. Cercheremo di capire insieme quello che c’è da sapere su questa patologia. A causarla è una alterata funzione «dell’ipofisi» che diventa iperattività elaborando una maggiore quantità di ormoni. La tiroide è localizzata nel collo e precisamente ai lati dell’inizio della trachea. La malattia è solito manifestarsi verso una certa età, ovvero non colpisce mai soggetti giovani e quando compare provoca di seguito significative alterazioni della salute di Micio. Questo perché la tiroide ed i suoi ormoni tiroidei, quando elaborati nella giusta quantità, svolgono il loro importantissimo ruolo a cui sono preposti, ovvero: di regolare i normali processi metabolici dell’organismo.
Se decisamente elevati, come spesso succede nei casi di iperplasia nodulare benigna (il cosiddetto gozzo), si evidenzierà la malattia con un corredo sintomatologico particolare sul quale ci soffermeremo. Questa nuova condizione provoca sintomi specifici, a cominciare dalla perdita di peso corporeo, ovvero un forte dimagrimento, nonostante il grandissimo appetito. I soggetti ammalati appaiono molto nervosi e quindi affetti da irrequietezza, ovvero diventano iperattivi. E poi miagolano di continuo assumendo spesso un comportamento strano: bevono molto, urinano spesso e vomitano di frequente; il mantello non solo non è più lucido ma si presenta piuttosto arruffato.
Vediamo adesso quali sono le cure per l’ipertiroidismo del gatto. Bisogna fargli assumere quotidianamente farmaci che vanno ad inattivare l’eccessiva quantità di ormone tiroideo prodotto dalla ghiandola iperattiva. Si tratta di una terapia che deve essere praticata per tutta la vita. Consiste nella somministrazione giornaliera di una pillola o di gocce, ma può essere anche sotto forma di gel che va applicato all’interno del padiglione auricolare. A seguito di questo trattamento il paziente dovrà essere sottoposto periodicamente a controlli veterinari unitamente ad esami ematologici. La malattia si riesce a gestire bene se la terapia è costante, ma se interrotta i sintomi della malattia non tarderanno a ripresentarsi.
Per questa malattia oltre alla terapia per via orale esiste un’alternativa: quella chirurgia. Potrebbe essere praticato un intervento: consiste nella rimozione di uno o di entrambi i lobi della ghiandola tiroidea. Però, a questo proposito devo fare una precisazione: come per ogni intervento chirurgico esiste qualche rischio e anche in questo caso ce ne sono alcuni. Il più importante è di danneggiare la “ghiandola paratiroidea” responsabile del controllo dei livelli di calcio, poiché in stretto contatto con la tiroide. Ed ancora nel caso di rimozione di un solo lobo tiroideo è possibile che la parte di ghiandola che non è stata asportata potrebbe a sua volta cominciare o continuare a produrre ormoni tiroidei in eccesso.
Oltre all’asportazione chirurgica c’è poi un altro trattamento importante che risolve questa grave problematica in modo permanente, ed è l’uso di “iodio radioattivo” per distruggere le cellule tiroidee anomale. Va però detto che questi metodi comportano rischi, per cui molti proprietari di gatti scelgono di gestire la condizione patologica con i farmaci. Infatti, in quasi tutti i pazienti affetti da ipertiroidismo con la somministrazione giornaliera della giusta dose di farmaco i sintomi regrediscono del tutto.