Animali in famiglia

La nascita dei pulcini miracolo di primavera

Marco Smaldone

Con l’arrivo della primavera si rinnovano tanti fenomeni piacevoli: è la stagione della rinascita sia della fauna che della flora. In questo periodo è sotto gli occhi di tutti la lussureggiante vegetazione della campagna con i suoi colori ed odori meravigliosi. Gli alberi in fiore e i prati verdi offrono uno spettacolo eccezionale che mi hanno affascinato sin da bambino. Anche sul versante faunistico si assiste a tanti eventi come l’arrivo delle rondini e l’incessante attività di tanti altri uccelli pronti a nidificare. C’è poi anche il risveglio dal letargo di tante altre creature con la vita che riprende a pieno ritmo. Certo ci sono anche fatti naturali meno piacevoli che si ripresentano con l’arrivo di ogni primavera e riguardano il risveglio dal letargo di soggetti poco graditi di cui vi ho già parlato nelle scorse settimane. Ricorderete gli argomenti sul ritorno dei pericolosi rettili, la vipera in particolare, della processionaria, come della indesiderata presenza di tantissimi perfidi parassiti, quali zecche, pulci, zanzare e moltissimi altri che ci assillano per tutta l’estate.

Oggi invece vi parlerò di un argomento a me molto caro che mi ricorda l’infanzia, tipico di questo periodo primaverile, che definisco «il miracolo della nascita dei pulcini», con la schiusa delle uova che avviene dopo un certo periodo di incubazione che adesso vedremo. Parleremo di ogni caratteristica di questi meravigliosi pennuti che da milioni di anni si sono sempre resi molto utili per noi, fornendoci fonti nutrizionali molto buone ed economiche come le uova, unitamente alla loro pregiata carne. Adesso ci soffermeremo su come i pulcini vengono al mondo, sulla schiusa delle uova e poi della crescita dei pulcini, ma soprattutto sull’importante ruolo di mamma chioccia. A questo proposito però occorre una premessa: l’incubazione delle uova può realizzarsi in due modi, quello naturale con la cova di mamma chioccia che è sempre avvenuta sin dalla notte dei tempi, e quello tramite l’uso delle incubatrici, cosa purtroppo attualmente molto comune e che dilaga soprattutto a livello industriale. In questo articolo ci soffermeremo sul sistema naturale, quando io ero bambino ed ancora non esisteva il metodo artificiale.

Osserveremo il sistema meraviglioso di Madre Natura che oggi più di ieri meriterebbe di essere mostrato ai nostri figli e nipotini. In questo periodo primaverile capitava spesso che alcune delle galline del pollaio inaspettatamente smettevano di deporre le uova ed assumevano un comportamento strano: rimanere accovacciate nel nido su alcune uova appena deposte dalle altre galline, nell’intento di doverle covare. A quel punto si approntava un nido esclusivamente per loro, utilizzando uova che fossero feconde. Ovvero provenienti da galline che convivevano con dei galli, le «uova gallate».

Il numero di uova da utilizzare era variabile da 10 a 15 (in media una dozzina), che si mettevano tutte insieme e ben disposte nel nido appena preparato. La gallina vi entrava accovacciandosi con molta cura sopra le «uova gallate» che cominciava a covare. La cova ha una durata di tre settimane. Con un’accortezza importante: durante questi 21 giorni le uova devono essere mantenute ad una costante temperatura di 37,5 gradi centigradi. Mamma chioccia in questo è molto brava, perché lei di tanto in tanto, sia di notte che di giorno, infila la testa sotto di lei e con il becco provvede a girare le uova affinché la temperatura sia sempre costantemente omogenea in ogni parte delle uova. Ricordo quel ventunesimo giorno da me lungamente atteso, perché come per magia quel nido in poche ore si riempiva di vita. Con il passare dei minuti i pigolii si moltiplicavano e la madre di frequente infilava la testa sotto di sé come per controllare ogni nuovo nato e per far pulizia nel nido, con il becco spingeva fuori i gusci vuoti delle uova appena schiuse. La gallina per fare quelle operazioni si sollevava leggermente ed era bello sbirciare le testoline dei pulcini appena nati che facevano capolino tra le piume della madre che, come improvvisamente apparivano, così alla stessa velocità scomparivano. A schiusa ultimata, i pulcini subito iniziavano a seguire la madre che finalmente riprendeva a muoversi con al seguito tutti i suoi pulcini. Vedere mamma chioccia come era particolarmente premurosa e attenta verso la sua prole era quasi commovente, li chiamava di continuo con un caratteristico verso che attirava la loro attenzione.

Questo per tenerli tutti uniti accanto a lei, mentre offriva loro continuamente del cibo da lei accuratamente spezzettato e ridotto in piccolissimi frammenti, affinché questi piccoli esseri potessero ingerirlo. Giorno dopo giorno, con le giuste attenzioni in un ambiente adatto, questi esserini crescono in fretta e già a due mesi imparano ad essere autonomi e quindi si ha il distacco dalla mamma chioccia. Con il passare delle settimane si evidenzia il processo di distinzione tra maschio e femmina, poiché i maschi sviluppano un’appariscente cresta, unitamente alla coda. A prescindere dal sesso, raggiungono la maturità sessuale ai sei mesi di vita.

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