Il politico nel pallone

Maurizio Gasparri: «Roma è Dybala-dipendente, la Meloni come Totti: non faccia troppi dribbling»

Michele De Feudis

Il vicepresidente del Senato di Forza Italia a ruota libera: «A calcio da ragazzino ero scarso, mi mettevano in difesa»

Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato per Forza Italia, che succede alla Roma fermata in casa dal Toro?

«È in una fase di confusione, l’assenza di Dybala la condiziona, come la sua presenza. Il ritorno dell’argentino però può rilanciare la squadra. Il rendimento stagionale del gruppo è al di sotto delle aspettative»

Paulo croce e delizia?

«È notoriamente fragile. Sono contento sia da noi, ma mi chiedo perché la Juve abbia rinunciato al suo talento. I suoi problemi fisici hanno un peso». 

A che punto è l’effetto Mourinho nella Capitale?

«Abbiamo avuto allenatori più modesti. Il suo ruolino di marcia è indiscutibile, ma ha toccato l’apice altrove. Non è quello del Tripete. Meglio Mourinho che qualche ignoto, e soprattutto è meglio di Spalletti, vero nemico della città e della Roma a vita. Auguro ogni successo al Napoli, ma quell’allenatore lo ricordiamo con amarezza».

Da quando tifa per la Roma?

«Da sempre, fin da ragazzino, ho visto giocare all’Olimpico Angelillo e Manfredini negli anni sessanta».

Come se la cavava a calcio?

«Da ragazzino mi mettevano in difesa: ero abbastanza scarso. Ho fatto parte della nazionale parlamentare: quando avevano bisogno di persone conosciute, scendevamo in campo io e Ignazio La Russa. Dopo cinque minuti ci sostituivano con colleghi più efficaci».

Zeman ha confessato il suo anticomunismo al «Corsera», insieme alla ammirazione per Totti.

«Fa bene Zeman a ricordare le sofferenze dei popoli sotto il tallone sovietico e quelle dello zio Cestmir Vycpalek a Dachau. Le cose calcistiche migliori non le ha fatte da noi, ma a Foggia e Pescara. Rientra nel novero dei tecnici originali e bizzarri».

Ogni lunedì lei è una presenza fissa a “Un giorno da pecora” come opinionista calcistico…

«La rubrica nasce dai commenti sportivi che ogni domenica ci scambiavamo con Gaetano Quagliariello ai tempi del Pdl. Lui fece outing raccontando la consuetudine nella trasmissione di Giorgio Lauro e così è nata la mia “ode” del lunedì. In quella veste, alle 14.50, sono tendenzialmente neutrale, per rispetto degli ascoltatori di RadioUno. L’amarezza è quasi sempre per la Roma. La verità?».

Prego.

«Constato con realismo che l’ironia e il calcio sono più popolari della politica».

Giorgia Meloni premier, cuore giallorosso, a che centravanti della Roma assomiglia?

«A Roberto Pruzzo. Visti i risultati, la considero il Francesco Totti della situazione».

Che errori vanno evitati a Palazzo Chigi?

«Non deve essere solista come i dribblomani che alla fine si scartano da soli e perdono palla. Ogni tanto deve ricordarsi di passare il pallone al momento giusto».

Un bomber per segnare ha bisogno di un suggeritore: in politica l’assist-man è stata la categoria perfetta per Pinuccio Tatarella. Chi assomiglia al Richeliue pugliese?

«Nessuno, purtroppo. Alcuni lo hanno frequentato e hanno imparato qualcosa, altri inutilmente. E c’è anche chi non ha avuto modo di incontrarlo, perché Pinuccio ci ha lasciati nel 1999».

La sinistra di Enrico Letta rischia di finire la legislatura da squadra materasso? 

«È paragonabile un po’ alla Samp e un po’ al Verona. Mentre Monza e Spezia…».

Hanno la reattività di Giuseppe Conte?

«L’avvocato di Volturara è una delle più grosse panzane della politica italiana. Sta alla politica come me al trapianto di cuore. De Feudis, lei si farebbe operare alle coronarie da Gasparri? So cosa mi sta per rispondere».

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