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«65 Fuga dalla Terra». Odissea spaziale su un pianeta ignoto

Alessandro Salvatore

Un pianeta sconosciuto, un uomo solo contro la natura primordiale

Un incidente spaziale, un pianeta sconosciuto, un uomo solo contro la natura primordiale. 65 Fuga dalla Terra, questa sera su Rai 2 alle 21.20, diretto da Scott Beck e Bryan Woods, è un film che mescola fantascienza e sopravvivenza in un racconto essenziale, dove l’azione sostituisce quasi ogni parola. Adam Driver, nei panni del pilota Mills, precipita con la sua astronave su un mondo che si rivelerà essere la Terra di 65 milioni di anni fa. Insieme alla giovane Koa (Ariana Greenblatt), unica sopravvissuta, dovrà farsi strada in una giungla abitata da creature preistoriche, mentre il tempo scorre verso un’imminente estinzione.

Prodotta da Columbia Pictures con Raimi Productions e Bron Creative, la pellicola - costata circa 45 milioni di dollari - tenta la via del minimalismo narrativo: pochi personaggi, ambienti spogli, un uso insistito del suono e della suspense. La regia dei creatori di A Quiet Place punta sull’intensità fisica di Driver, che regge quasi da solo il peso emotivo del film. Tuttavia, dietro la confezione visiva curata (fotografia di Salvatore Totino, musiche di Chris Bacon) si avverte un vuoto di scrittura: i dialoghi ridotti e la prevedibilità dell’intreccio smorzano la tensione che il soggetto prometteva.

Pur non avendo raccolto premi di rilievo, 65 Fuga dalla Terra resta un esperimento curioso di cinema di genere, sospeso tra il survival movie e l’avventura preistorica. Una parabola sull’istinto di sopravvivere, più efficace quando tace che quando cerca di spiegarsi.

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