L'intervista

Schettini porta la sua «Fisica» al Petruzzelli: «Qui ho visto tante opere liriche con i miei genitori e il mio compagno»

Emanuele Caputo

Lezione-show del professore più famoso del web. E anche il terzo libro sarà indirizzato ai ragazzi

Come lava di un vero e proprio vulcano in continua eruzione di entusiasmo e dopo un lungo girovagare per teatri in tutta Italia, La fisica che ci piace - La lezione show di Vincenzo Schettini, il docente di fisica - castellanese di nascita e monopolitano d’adozione - più famoso non solo del web, grazie ai milioni di follower sulle principali piattaforme social, ma anche della tv, toccherà finalmente il palcoscenico del Teatro Petruzzelli di Bari, alle ore 21 di sabato, per la tappa conclusiva di questa seconda stagione del tour che ha registrato migliaia di presenze e che torna nel capoluogo a poco più di un anno di distanza dal bagno di folla del Teatroteam dell’aprile 2024. «Calcare per la prima volta il magico palcoscenico del teatro dei pugliesi per antonomasia - racconta Schettini - è motivo di grande emozione. Qui ho assistito, insieme al mio compagno Francesco e ai miei genitori, alla visione di tante opere liriche. Il timbro innovativo, come sottolinea Paolo Ruffini che produce questo show, sta nel fatto che ora il palco diventa una cattedra per fare lezione. Dopo circa novanta repliche vivremo una sorta di conclusione dell’anno scolastico: la maggior parte dei messaggi di questa lezione-show è infatti dedicata agli spettatori più giovani. Abbiamo registrato che fra gli spettatori circa il 40% hanno meno di 20 anni e il 20% meno di 10».

Quali i temi principali toccati in questa seconda stagione?

«Lo spettacolo non ha un copione predefinito, ma particolare attenzione l’ho sempre dedicata alla sfida dell’indipendenza energetica in cui la nostra povera Italia è ancora una cenerentola rispetto, ad esempio, alla vicina Francia che, grazie soprattutto all’energia nucleare, è davvero encomiabile».

Dal web all’editoria, dal teatro alla tv, dalla musica alla fisica: la poliedricità è una particolarità di Vincenzo Schettini. Cominciamo dalla tv dove, grazie ad uno straordinario Leonardo Fiaschi in «Audiscion» (Rai 2), è diventato persino un personaggio da imitare?

«La parodia di Fiaschi che mi vede in contrapposizione ai “Me contro Te” è semplicemente esilarante. Insieme agli autori della Rai stiamo lavorando ad una terza stagione televisiva che possa, nel fortunato solco tracciato da “La fisica dell’amore”, proseguire in questa sperimentazione che sempre più raramente si vede in tv, troppo spesso imbrigliata in adattamenti di format stranieri, e che risponde alla sete di conoscenza degli spettatori che non sembrano più gradire il mero pettegolezzo, l’intrattenimento fine a se stesso».

Dopo i bestseller «La fisica che ci piace» e «Ci vuole un fisico bestiale» cosa bolle nella pentola editoriale?

«Con Mondadori è in cantiere un terzo volume sempre particolarmente indirizzato ai ragazzi per i quali vengo spesso individuato come figura di riferimento e nei cui confronti sento forte la responsabilità. Nel frattempo, particolare successo sta riscuotendo, anche fra molti adulti, la raccolta di figurine Panini Comics “La Fisica che ci piace...Tutti i giorni!”. Se mi guardo indietro resto sorpreso dal consenso di queste iniziative che tuttavia richiedono grande impegno. Sono estremamente grato alla gente che affolla i teatri anche alla fine degli spettacoli per lunghi firmacopie particolarmente sfiancanti ma anche gratificanti. Il prezzo di tanto successo si paga nella mancanza di quotidianità, nel poco tempo per curare gli affetti e la forma fisica e nella ricerca di complessi equilibri. In tutto ciò fondamentale è mantenere il rapporto con la scuola (Schettini è docente dell’Iiss «Luigi dell’Erba» di Castellana Grotte), sia pur in part time, e con gli studenti».

E poi c’è il primo amore, quello per la musica negli anni coltivata con la direzione del coro gospel «Wanted Chorus». Non lo ha dimenticato neanche in questa lezione-show. È un modo per continuare a suonare?

«Come nella mia vita, la musica ha sempre un ruolo chiave: a metà dello spettacolo suono il violino e farlo su palcoscenici come l’Ariston di Sanremo è stata una delle cose più belle di questo entusiasmante tour».

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