Rai Storia

Nell’ultimo film di casa Taviani il viaggio dei resti di Pirandello dal «Verano» all’amata Agrigento

Alessandro Salvatore

Luigi Pirandello riceve il Nobel per la letteratura nel 1934, e muore nel 1936. Lascia detto di non volere un funerale austero, e le sue ceneri vengono custodite modestamente al «Verano» di Roma. Ma nei desideri dello scrittore c’era anche di ricongiungersi al suo comune di origine, Agrigento. Verso la Sicilia allora parte da Roma una cassa di legno che ne custodisce i resti, pronta a salire su un aereo messo a disposizione da De Gasperi. Il viaggio, però, si rivelerà più complesso del previsto.

Su Rai Storia, stasera alle 21.10, l’ultimo film di casa Taviani, il ventesimo: Leonora addio. È un lascito di un cinema intellettualmente indipendente, diretto da Paolo Taviani due anni prima della sua scomparsa, che era seguita sei anni dopo quella del fratello Vittorio. La coppia di San Miniato ha segnato un «solco» nel cinema italiano, come certificano i 5 David, il Leone d’Oro alla Carriera, la Palma d’oro a Cannes per Padre padrone e l’Orso d’Oro a Berlino per Cesare deve morire.

La pellicola Leonora addio, unica della famiglia Taviani orfana di Vittorio, è il degno finale per un importante pezzo di storia del cinema, italiano e mondiale. La produzione fu penalizzata dall’epidemia di Covid, ma resta una visione da non perdere anche perché ospita una delle ultime apparizioni del grande Roberto Herlitzka. Con lui recitano davanti alla camera di Paolo Taviani Fabrizio Ferracane, Martina Catalfamo, Nathalie Rapti Gomez e Claudio Bigagli. Il film è diviso in due parti. Nel 1936, alla morte di Pirandello, il regime fascista rifiuta di trasferire le ceneri ad Agrigento. La seconda parte dell’opera è l’adattamento della novella Il chiodo.

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