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La storia di Chiara donna ribelle diventata santa

Alessandro Salvatore

La regista e sceneggiatrice Susanna Nicchiarelli affronta una figura femminile centrale giustapponendola alla sua epoca e contestualizzandola all’interno della società patriarcale.

È il 1211. Chiara e la sua amica Pacifica, due ragazze di Assisi, scappano di casa e raggiungono frate Francesco e i suoi compagni. Qui, testimone Francesco, promettono di vivere seguendo il Vangelo, in povertà e castità. È l’inizio di un lungo e non facile percorso, fatto anche di miracoli. Susanna Nicchiarelli ha diretto nel 2022 il film Chiara, con interpreti principali Margherita Mazzucco e Andrea Carpenzano. Stasera alle 21.10 la pellicola sarà trasmessa su Rai Storia per il ciclo «Binario cinema».

Come nel caso dei precedenti film Nico, 1988 e Miss Marx, la regista e sceneggiatrice romana Susanna Nicchiarelli affronta una figura femminile centrale giustapponendola alla sua epoca e contestualizzandola all’interno della società patriarcale.

Chiara (che diventerà Santa) viene considerata proprietà del padre e le viene vietato (inizialmente) il privilegio della povertà perché «senza possessione non c’è protezione», sua sorella biologica trova rifugio in convento per sottrarsi ad un matrimonio combinato, e alle Clarisse sarà vietato uscire dal convento per viaggiare verso i luoghi sacri della religione, perché «sono femmine, non frati».

L’appunto di Nicchiarelli è anche sulla dimensione comunitaria e solidale che si crea intorno a Chiara, che rifiuta ogni impostazione gerarchica all’interno del suo ordine proclamando «qui non ci sono serve» e rifiutando di definirsi badessa. Ma la ragazza, interpretata dall’attrice nota per essere stata Lenù ne L’amica geniale, resta una figura carismatica che raccoglie e galvanizza l’energia femminile che la circonda.

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