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«Sayonara» maschi Lode ad Ada Pace la regina delle corse

Alessandro Salvatore

Con Ada Pace, a metà ‘900, le corse sono diventate un «affare femminile». A dare voce a uno tra i più forti piloti italiani nel periodo fra il 1950 e il 1960 è Arianna Ninchi

Con Ada Pace, a metà ‘900, le corse sono diventate un «affare femminile». A dare voce a uno tra i più forti piloti italiani nel periodo compreso fra il 1950 e il 1960, stasera alle 21.10 su Rai Storia è Arianna Ninchi. È lei l’alter ego artistico della leggenda dei motori nata a Torino esattamente un secolo fa e scomparsa a Rivoli nel 2016. Una storia da brividi, quella che sarà raccontata oggi nel «faccia a faccia» di Angela Rafanelli e con «Il segno delle donne», in onda sul canale storico della Rai.

Nata a Torino il 16 febbraio 1924 e cresciuta nell’officina del padre, Ada Pace esordisce correndo con una Vespa alla fine degli anni Quaranta, cimentandosi con ottimi risultati in varie competizioni, compresa la «Sei Giorni» e la «Mille Chilometri». La sua carriera di pilota sembra destinata a restare sulle «due ruote» finché, il 21 aprile 1951, si presenta alla partenza della «Torino-Sanremo» e vince quella gara contro ogni pronostico, gettando nel panico i giudici e gli organizzatori. È il semaforo verde per una carriera entusiasmante anche sulle auto. Tra il 1957 e il 1962, Pace conquista 11 titoli italiani, partecipando a numerose gare come la «Mille Miglia» e la «Targa Florio», filando con più prestigiose case come l’Alfa Romeo, la Maserati e la Ferrari.

Conosciuta come «Sayonara», come il saluto giapponese scritto sul retro della sua targa e che dedicava ironicamente ai piloti che sorpassava, Ada abbatte i pregiudizi sulle donne coi motori. E dimostra, traguardo dopo traguardo, di essere una delle pilote più veloci della storia dell’automobilismo, fino al ritiro, avvenuto nel 1965, dopo uno schianto contro un autocarro da cui esce, miracolosamente, illesa.

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