Rai 5

Emilio Isgrò e quell’arte della cancellatura

Alessandro Salvatore

Cancellare per aggiungere valore. È l’etica artistica di Emilio Isgrò: oggi, alle 19.25, su Rai 5 andrà in onda il documentario Come cancellare l’inutile. Creativo concettuale e pittore, ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista, uno dei grandi innovatori dell’arte italiana. È il siciliano di nascita e milanese di adozione Emilio Isgrò, noto nel mondo per le sue cancellature. Per lui sottrarre è addizionare.

In un mondo votato alla produzione incontrollata, alla globalizzazione della crescita, cancellare le parole vuol dire recuperarle e preservarle dall’usura. «Non è una banale negazione, ma piuttosto l’affermazione di nuovi significati» sottolinea Isgrò il quale cancella, per esempio, le leggi razziali. «È ebreo colui che è nato di madre ebrea» diventa «È ebreo colui che è», riuscendo a svelare nell’orrore di quelle pagine, le parole pronunciate da Yahweh sul Sinai. Il documentario in programma stasera su Rai 5 propone un dialogo franco tra l’artista e il regista Guido Talarico attraverso un viaggio nei suoi luoghi più cari: lo studio, l’archivio, il museo privato, la casa. Un vero e proprio testamento che guida nell’esplorazione della poetica dell’artista ma anche attraverso un secolo di storia italiana.

Emilio Isgrò. Come cancellare l’inutile è prodotto da Lilium Distribution e Fad in collaborazione con Rai Cultura e Treccani - Istituto della Enciclopedia Italiana. La stessa fonte del sapere italiano per eccellenza costituisce l’ispirazione dell’opera più rappresentativa di Isgrò: La cancellatura dell’Enciclopedia Treccani. Resettando l’enciclopedia, l’artista sembra voler mettere in discussione la valenza del sapere, esplicitando un dubbio che, sull’onda filosofica di Socrate, esercita nell’uomo interrogante una nozione costruttiva.

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