RAI STORIA
Riflettori su Gianni Brera, giornalista e inventore di nuovi linguaggi nello sport
Gianni Brera, classe 1919, è il protagonista dello speciale di Daniele Ongaro, regia di Graziano Conversano riproposto nell’anniversario della morte stasera alle 21.10 su Rai Storia per Italiani
Un giornalista inventore di neologismi entrati nel lessico comune. Forse il più importante scrittore di sport che l’Italia abbia mai avuto. Gianni Brera, classe 1919, è il protagonista dello speciale firmato da Daniele Ongaro con la regia di Graziano Conversano riproposto - nell’anniversario della morte - stasera alle 21.10 su Rai Storia per Italiani, con l’introduzione di Paolo Mieli.
Nativo di San Zenone Po e sempre legato alla Bassa pavese, tanto da autodefinirsi «il Principe della Zolla», Brera inizia a scrivere di sport da giovanissimo, arrivando a soli 30 anni, nel 1949, a dirigere «La Gazzetta dello Sport». La sua scrittura innovativa unisce una forte preparazione tecnica a uno stile letterario inconfondibile, ricco di rimandi storici, etnologici, linguistici, enogastronomici. Le sue teorie calcistiche sul gioco all’italiana, basate sull’applicazione di catenaccio e contropiede, sono portate al successo internazionale dall’allenatore del Milan Nereo Rocco, mentre la sua prosa giornalistica porta il racconto epico-sportivo al rango di grande letteratura.
Il segno di Brera nella lingua italiana si ritrova anche nei numerosi neologismi ideati per descrivere il gioco del calcio: centrocampista, libero, melina, goleador, pretattica, sono ancora usati nel gergo sportivo e nel linguaggio comune. Nello speciale Rai Cultura, del 2019, ci sono interventi del giornalista e testimonianze di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui, tra cui, Gian Paolo Ormezzano, Gianni Mura, il figlio Paolo Brera, Giovanni Lodetti.
Non manca la «pacciada», ossia la cena che Brera imbandiva ogni anno con la sua compagnia di giro di colleghi giornalisti, scrittori, amici calciatori dove si mangiava e si beveva parlando di sport, politica e musica.