Rai storia
La Storia nelle lettere degli ex partigiani a Palmiro Togliatti
Ai dirigenti del Partito comunista scrivevano per rivendicare il loro comportamento di combattenti per la libertà
Da qualche decennio, la storiografia ha mostrato un crescente interesse per appelli, suppliche, petizioni alle autorità, e ha utilizzato questi materiali come chiavi di lettura per studiare fenomeni o periodi storici.
A «Passato e Presente», in onda questa sera alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e la professoressa Enrica Asquer analizzano le lettere che gli ebrei italiani scrissero a Mussolini dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938 da parte del governo fascista: tutta la legislazione, accompagnata da una forte campagna di stampa, fu articolata partendo dalla definizione di «ebreo», fondata sul legame di sangue coerentemente con un’impostazione biologica dell’appartenenza al popolo e alla Nazione italiana. Poi le lettere che molti ex partigiani, soprattutto comunisti - arrestati per atti di violenza compiuti nel contesto della guerra civile, prima e dopo la Liberazione - scrissero a Palmiro Togliatti e ai dirigenti del Partito comunista per rivendicare il loro comportamento di combattenti per la libertà. Togliatti fu vicepresidente del Consiglio (1944-45), e come ministro della Giustizia (1945-46) varò l’amnistia per gli ex fascisti. Fu membro della Costituente e dal 1948 deputato. Teorizzò la cosiddetta «via italiana al socialismo», ma rimase sempre profondamente legato all’Unione Sovietica.
E infine, le lettere che gli italiani indirizzarono, dopo il 1946, al Presidente della Repubblica, considerato un po’ come il padre di tutti gli italiani. In questi testi si legge l’evoluzione della società italiana, dalla miseria del periodo della Ricostruzione al benessere degli anni del miracolo economico. [red. spet.]