L'intervista

«Mi chiamo Teo Teocoli: un vero fenomeno nato nella Puglia che ride»

Nicola Morisco

L’artista di origine tarantina primo ospite stasera a Capurso sul sagrato della Basilica della Madonna del Pozzo

Tra i due non c’è solo la comune capacità di far ridere e sorridere, ma ci sono anche le loro comuni origini pugliesi: Teo Teocoli, nato 78 anni fa a Taranto, e Giovanni Vernia, nato a Genova ma da padre originario di Gioia del Colle, in provincia di Bari. A parte le origini pugliesi, tra i due attori comici c’è anche una comune visione di essere artisti a tuttotondo.

Teocoli, oltre ad essere uno straordinario attore comico, è anche imitatore, cabarettista, cantante, ballerino, conduttore televisivo e regista teatrale; Vernia, alle sue inconfutabili qualità di attore comico, si destreggia on grande abilità anche come conduttore radiofonico, regista e dj producer italiano. Di sicuro quando sono in scena, il divertimento è assicurato.

Lo sanno bene Capurso Web Tv e dell’Associazione Promolab716 che, per la terza edizione della rassegna «La Puglia che ride», hanno deciso di realizzare le due serate sul sagrato della Basilica Madonna del Pozzo a Capurso, in provincia di Bari.

Ad aprire la rassegna, stasera alle 21, sarà proprio Teocoli con il suo spettacolo Tutto Teo (domani alle 22, sarà a Terrazza Oltre - Lido Gandoli a Leporano, in Salento) mentre domani, sempre alle 21, sarà di scena Giovanni Vernia con il suo Vernia o non Vernia, spettacolo ispirato dal dilemma shakespeariano «Essere o non essere».

Accompagnato dalla band Doctorbeat, Teocoli nello spettacolo ripercorre le tappe della sua carriera artistica tra cabaret e musica. Un repertorio vastissimo e versatile in cui porta in scena, tra gli altri, i protagonisti di Mai Dire Gol (Felice Caccamo e Peo Pericoli) e le imitazioni di Josè Feliciano, Ray Charles, Cesare Maldini e Adriano Celentano.

Teocoli, partiamo dal principio: se diciamo 25 febbraio 1945, cosa dice?

«Nasceva un fenomeno, io. Sono legato poco al mondo dello spettacolo, perché faccio un po’ quello che mi piace di più: esibizioni dal vivo, viaggio e mi diverto col mio gruppo: per noi questa è la vita. Insomma, faccio la vita sregolata di un quasi ottantenne».

E di Taranto cosa ricorda?

«Ho un bel ricordo, anche se ho vissuto pochi anni. Mio padre era di Reggio Calabria e mia madre di Frosinone, si sono incontrati perché mia madre lavorava con mio nonno che era un giostraio. Dal loro incontro a fine guerra sono nato io. Poi, sono andato in Calabria e, infine, nella periferia della periferia di Milano. È una storia che, comunque, racconto durante lo spettacolo».

A Milano ha iniziato a fare il cantante, poi il Derby l’ha rapito per fare l’artista a tuttotondo. È un po’ quello che racconta nello spettacolo?

«Sì, racconto la mia vita artistica, condita con aneddoti e tanto altro, soprattutto quelle legate all’amicizia con Celentano, che conosco da quando avevo 14 anni. Poi, c’è una parte musicale dove interpreto le canzoni di Adriano, insieme ad altri pezzi un po’ ruffiani e divertenti. Infine, i miei personaggi che sono entrati nel cuore della gente».

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