Punti di vista

La Festa della Repubblica a Foggia dal sapore giovanile

Rossella Palmieri

Gli studenti delle scuole del capoluogo e della provincia protagonisti della celebrazione voluta dal prefetto Maurizio Valiante

Ha infiammato poeti e politici l’Italia mia che Ungaretti, ben prima del 1946, aveva rivestito «in questa uniforme di tuo soldato». Da allora ne sono passati degli anni: Calamandrei da par suo, nel 1955, dinanzi a studenti liceali e universitari ricordava il «pellegrinaggio» nel luogo della Costituzione «sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Andate lì, o giovani, con il pensiero»; infuocava così i loro ancora acerbi animi.

E il 2 giugno in chiave foggiana ha questo sapore «giovanile»: sono stati gli studenti delle scuole di Foggia e provincia, infatti, i protagonisti della celebrazione voluta dal prefetto Maurizio Valiante in due distinti momenti, il primo in piazzale Italia e il secondo nel Palazzo del Governo. Alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, il prefetto ha consegnato le onorificenze al merito della Repubblica Italiana e premiato gli studenti che hanno realizzato il miglior lavoro in tema di legalità.
Continua a essere questo il focus che connota anche il patto educativo, come si evince dal titolo: «Il territorio di Capitanata: la bellezza specchio della legalità». Ed è un vetro smerigliato quello che è emerso dagli elaborati, sicuramente un modo tangibile per riempire di senso la Repubblica e la sua Costituzione che ha fatto bella mostra di sé sotto il braccio degli studenti premiati. Ma non finisce qui: per avvicinare ancor di più i giovani alle istituzioni, domani una delegazione di studenti accompagnati dal capo di Gabinetto della Prefettura, dai docenti e dalla referente dell’Ust, partirà alla volta di Roma per visitare il Quirinale, il Viminale e Palazzo Chigi.

«Sono molte le sfide che ci attendono. Sicurezza, contrasto al crimine, immigrazione. Ma anche le progettualità del Pnrr le cui attuazioni necessitano di un costante monitoraggio in tema di rinnovo infrastrutturale e innovazione tecnologica», ha detto il prefetto nel suo discorso. Il passato, insomma, incontra il presente e lo interroga sulle prove che l’attendono nel futuro in questa catena sempre viva di traguardi da raggiungere. Come la prima volta del voto alle donne. In quel 2 giugno del 1946 andarono alle urne per la prima volta. Un pensiero anche a loro che da quel giorno iniziarono a essere protagoniste di una bella pagina di politica repubblicana, riscritta dopo il sangue della seconda guerra mondiale. Dolori e sciagure sì, diceva ancora Calamandrei, ma anche gloria.

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