Punti di vista
Diversamente abili, la sfida «Futura»
In questa realtà fondamentale, nessuno resta in panchina
C’è quella storia che David F. Wallace raccontò agli studenti del Kenyon College, fa così: Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice «Salve, ragazzi. Com’è l’acqua?», i due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa «Che cavolo è l’acqua?». Wallace stava dicendo che spesso le realtà più ovvie, quelle fondamentali, sono difficili da riconoscere.
Ci ho ripensato alla vigilia della Giornata Internazionale delle persone con disabilità, scoccata ieri e vissuta nell’Impianto Sportivo della ASD Futura Monteroni che ha invitato a scendere in campo una squadra speciale costituita da persone dall’innato spirito sportivo affinato in quella scuola di campioni diversamente abili che è il Centro Polivalente diretto da Tonino Mello. Perché in questa realtà fondamentale, nessuno resta in panchina. E perché non solo nella giornata istituita dall’ONU, possiamo risalire la corrente senza perdere di vista la vita stessa: questa è l’acqua. Come il pesce saggio della storia di Wallace, lo sa ogni persona chiamata a convivere con una disabilità che non interferisce con la libertà di essere Amore. E voi chiederete: Che cavolo è l’Amore? Allora potrei raccontarvi delle api che ronzavano beate sul campo di calcio dove gli sportivi che da vent’anni vi si allenano (come il presidente della ASD Futura Andrea Ruggio e il suo vice e amico Antonio Filograna, accogliente nella tuta della Scuola Calcio) e che tra queste reti, goal dopo goal, si sono portati via dalla strada per vivere un’adolescenza sana e diventare uomini sorridenti nell’accogliere una squadra di persone con disabilità che persistono, tuttavia, con vitalità e vigore sbigottito di fronte a un pallone da calciare per gioire insieme.
Potrei dire che finalmente, dopo oltre tre anni di restrizioni pandemiche, i ragazzi del Centro Polivalente sono stati invitati a fare un piccolo viaggio rivoluzionario dentro un paese abitato da persone che non hanno mai perso la fiducia nell’umanità e rappresentato da una tifoseria speciale: le giovani assessore ai Servizi Sociali Noemi Puce e allo Sport e Cultura Ramona Visconti, le operatrici del Centro Polivalente Giusy Notaro e Stefania Ingrosso, don Elio Quarta, i famigliari dei ragazzi guidati da Tonino Mello sino al conferimento delle medaglie simboliche, gli allenatori luminosi come quel pareggio, 5 – 5, che segna la vittoria di tutti. L’Amore rende abili, non altro.