LA RUBRICA
Il Pantano come Berlino: abbattiamo quel muro
Quel Lago imprigionato nel Potentino e col nome da cambiare
POTENZA - Il cielo è pesante. L’aria è pesante. Pesante e cupa è perfino la candida neve dopo i giorni, chiusi in casa per il freddo, sotto la cappa delle notizie terribili dall’Ucraina. Così salto in macchina e guido fuori città: ho bisogno di aria, di vento, di cielo. Al bivio, potrei prendere verso la Sellata ma c’è quest’immagine di me, ugualmente triste – il mio amore se n’era tornata a Roma –, che scendo dalla voiture dell’epoca – una 127 verde country –, e a piedi raggiungo la riva del lago. Guardo lo specchio ghiacciato, i suoi riflessi di cristallo. Il volo radente degli uccelli, ne ascolto i richiami perdersi tra il fruscio delle canne e, davanti a quella bellezza, di colpo, un senso di pace m’invade; e speranza. Così, giro verso il Pantano ed eccomi poi scendere dalla macchina, di nuovo in cerca di quel conforto che la natura può donarti e cosa mi trovo davanti? Questo lungo, terribile muro. Lossò lossò: c’è da tanto e dovrei essermici abituato; ma ci si può abituare all’orrore? E non sono il solo: Tripadvisor è pieno di recensioni che magnificano la bellezza del posto ma poi lamentano: «Purtroppo il lago non si vede», «Non è possibile avvicinarsi», «Si vede solo da lontano».
E allora mi dico: occhei vabbene, il Pantano è un’area per le specie protette ma il nostro desiderio di bellezza non andrebbe anch’esso protetto? Ed è mai possibile che il Wwf da solo debba papparsi tutti interi i 155 ettari dell’area? E comunque, c’è davvero da qualche altra parte nel mondo un lago recintato da un muro? E, in ogni caso, perché dovremmo beccarcelo proprio noi, questo lago che come un lager appare? Così, insisto, se è caduto il muro di Berlino, perché non buttar giù pure questo, e qui risoluto propongo una raccolta di firme: abbattiamolo! E pure sto nome, dai…
Macchè appeal turistico può mai avere un lago che si chiama «pantano»? Perché non chiamarlo invece Petrucco, dal nome della contrada? Non suona meglio? O più esoticamente lago Cyperus, come la pianta palustre che vi alligna, la stessa da cui dalla notte dei tempi si ricava il papiro? O ancora, lago Tramontano visto che, come già riportava l’antico rapporto di don Rodrigo Maria Gaudioso a Carlo di Borbone, proprio a quel vento è esposta la zona. O forse meglio di tutti, proprio come il mandatario borbonico, lago «Gaudioso». Così, finalmente libero dal maledetto muro del pianto e con il nuovo benaugurante nome, questo piccolo pezzo di Paradiso sarebbe un’ulteriore prova di come la credenza che i laghi di per sé deprimano, non sia che un’inutile fola. Evviva!