Brindisi, un lettore: «Antonino sindaco? Per favore, no»

Egregio Direttore,

mi rivolgo a Lei e al suo giornale, per manifestare tutto il mio sgomento in seguito ad una notizia apparsa in questi giorni nelle cronache brindisine e che pensavo fosse semplicemente una boutade estiva: la ricandidatura di Giovanni Antonino come sindaco di Brindisi.

Dire che provo sgomento verso un fatto del genere è usare un eufemismo. Il primo quesito che mi salta in mente è su come faccia Antonino a provarci nuovamente dopo tutto ciò che ha combinato (e non sono io a dirlo bensì le sentenze dei giudici). Subito dopo mi pongo un altro interrogativo correlato al precedente: come si fa a dargli fiducia?

Se non ricordo male, Antonino in una sua «opera» letteraria, affermo a chiare lettere di aver abbandonato per sempre la vita politica, quasi a voler espiare le proprie colpe relative ai suoi mandati. Il sindaco del “panem et circenses” brindisino, da molti viene ricordato come colui che ha innovato la città, grazie a opere di urbanistica che mai prima di allora erano state pensate per il territorio brindisino.

Molti altri però ricordano anche le condanne giudiziarie, che hanno avuto un peso specifico non solo nella sua vita privata, ma anche profonde ripercussioni sulla città di Brindisi. Non soltanto da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista dell'immagine.

Per anni la città di Brindisi, è stata conosciuta come la «città del contrabbando» e successivamente come quella del «sindaco corrotto».

Con Mennitti invece, non si è assistito certamente a opere urbanistiche di grande valore, ma almeno si è ricostruita l'immagine di una città composta per la maggior parte da gente per bene, gente che si guadagna il pane onestamente, cittadini rispettosi della legge. Se è il primo cittadino, che dovrebbe dare il buon esempio quasi fosse il buon padre di famiglia, non capisco come possa farlo un uomo che è stato condannato in passato dalla legge.

Vero è anche che la redenzione, può esserci per tutti e a tutti può essere concessa una seconda possibilità, ma non in certi casi.

Dovrebbe essere lui, Antonino, il primo a continuare a farsi da parte e non prendere neanche in considerazione certe possibilità. Perchè la classe politica non può e non vuole crescere, innovandosi e presentando una nuova figura a capo della città? Perchè non può essere un cittadino pulito, senza la fedina penale sporca, il candidato sindaco di Brindisi?

La mia voce è quella di migliaia di altri giovani che la pensano nella mia stessa maniera. Non ho nulla di personale contro Giovanni Antonino, ma parlo basandomi su dei fatti concreti. Il mio invito è quello di una ribellione pacifica da parte del popolo, che non deve farsi ammaliare da promesse che poi si rivelano fittizie, ma deve volere il bene comune. Il bene di una città che deve stare a cuore a tutti, a partire dalla scelta del primo cittadino. Penso che nel nostro territorio, esistano tanti professionisti, gente acculturata, che possa governarci senza sentire l'esigenza di dover per forza lucrare su tutto ciò che si fa per la collettività.

La ringrazio per aver accolto il mio sfogo, speranzoso che tanti altri brindisini la possano pensare come me e possano sempre in maniera educata e tranquilla, mostrare il risentimento verso certi soggetti che di certo non fanno fare bella figura alla nostra meravigliosa città. 

Firmato:
Marco Rizzo, Brindisi

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