Manduria, tra 5 giorni i permessi di soggiorno

di FULVIO COLUCCI

MANDURIA - Cinque giorni ancora. Mercoledì prossimo saranno consegnate le prime tessere magnetiche prodotte dall’Istituto poligrafico dello Stato grazie alle quali i profughi tunisini potranno circolare liberamente sul territorio nazionale. Il tesserino sarà, di fatto, quel permesso temporaneo di soggiorno rilasciato a chi chiede la protezione internazionale. Sulla scheda saranno indicate le generalità dei migranti con la fotografia identificativa e le impronte digitali.

Il materiale continua ad essere raccolto, in questi giorni, dal personale dell’ufficio stranieri della Polizia di Stato. Un lavoro complesso che, però, le Forze dell’Ordine stanno portando avanti alacremente e a ritmi serrati grazie al potenziamento del personale addetto alle operazioni di riconoscimento. E intanto si diffonde la voce che proprio da qui stia partendo la proposta di una manifestazione di protesta a Roma all’ambasciata francese. La cura dei funzionari e degli agenti di Polizia è assai capillare: la paziente attività di controllo ha permesso di scovare numerosi tentativi di «infiltrazione» al campo da parte di persone straniere; clandestini che, spacciandosi per tunisini giunti a Lampedusa e poi alla tendopoli di Manduria la scorsa settimana, hanno provato a mettersi in fila per richiedere il permesso temporaneo di soggiorno attraverso la domanda di protezione internazionale. 

Alla tendopoli allestita nell’ex aeroporto di Manduria, sulla provinciale che collega quest’ultimo centro a Oria, sono presenti 1307 ospiti secondo il censimento di due notti fa. La cifra tende a stabilizzarsi anche se non sono da escludere ancora rientri. Non certamente grossi numeri, ma sparuti contingenti che faranno oscillare in modo lieve il numero degli ospiti. Al campo continuano i lavori di costruzione e di manutenzione. Servizi e sicurezza sono i due elementi cardine delle attività. 

E’ ormai ultimata la cosiddetta «terza recinzione» che ha caratteristiche estremamente diverse da quella che cinge la tendopoli e si trova ad alcune decine di metri di distanza. Tra le due reti corre una strada sterrata per il traffico di servizio dei mezzi lavorativi. La nuova rete è molto più alta e certamente non scavalcabile . Il controllo e la sicurezza, come detto, sono priorità irrinunciabili. La Polizia perquisisce gli ospiti della tendopoli al loro rientro. Si vuole così evitare che l’introduzione nel centro di accoglienza di alcol, per esempio, o di materiale comunque pericoloso possa creare le premesse per una situazione difficile da fronteggiare. 

Tuttavia il campo profughi sulla strada tra Oria e Manduria adesso ha una struttura molto più complessa e consolidata rispetto ai primi giorni, i giorni della paura, dell’ansia e dei disservizi. Continua però a sorgere una domanda: se la tendopoli è un centro di accoglienza e identificazione, utilizzabile nei casi di profughi ai quali rilasciare il permesso temporaneo di soggiorno per poter circolare liberamente, perché renderla così strutturata e ricca di servizi? Perché proteggerla con una robusta recinzione se si tratta solo di un posto di transito? E ancora: quando il campo sarà svuotato per il rilascio del documento di protezione internazionale, chi ospiterà? La risposta può essere ampia viste le crisi umanitarie in corso, dalla Tunisia alla Libia; il problema sarà capire quale destino attende chi varcherà nei prossimi mesi quel cancello.
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