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Paga minima in appalti pugliesi, la Consulta respinge il ricorso del governo: «Giusto escludere chi non paga abbastanza i dipendenti»

L'ok alla normativa della Regione Puglia che ha introdotto come criterio di selezione delle ditte che partecipano a gare di appalto pubbliche quello della retribuzione oraria di almeno nove euro l'ora

In Puglia il salario minimo è legittimo. Chiunque si aggiudichi un appalto con la Regione Puglia o con aziende e enti strumentali ad essa collegati, dovrà inderogabilmente corrispondere un compenso orario minimo di 9 euro l’ora ai propri dipendenti. La legge approvata all’unanimità dal Consiglio regionale pugliese il 5 novembre del 2024 ha passato il vaglio della Corte Costituzionale.

A sollevare la questione di legittimità costituzionale era stato un ricorso della Presidenza del Consiglio, certa che la legge pugliese ledesse il principio dell’autonomia della contrattazione collettiva oltre che la potestà statale in materia. Per la Consulta si tratta di un «errore di prospettiva" perché la legge non applica il trattamento economico minimo «inderogabile» a tutti gli appalti sul territorio pugliese, ma solo agli appalti della Regione Puglia e degli enti strumentali ad essa afferenti.
La decisione ha ovviamente acceso la polemica da parte delle opposizioni, che del tema hanno fatto una battaglia identitaria,
che criticano aspramente la premier Giorgia Meloni.

Per la segretaria del Pd Elly Schlein, «Meloni prenda atto che ha fallito nel tentativo di bloccare le Regioni che stanno solo sopperendo alle sue mancanze: approvi subito la proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo e una legge per regolare gli affitti brevi dando poteri ai sindaci». Il vicepresidente M5S Mario Turco, sollecita «l'immediata discussione su una legge sul tema. Fissare una soglia minima inderogabile che stabilisca, il confine tra lavoro e sfruttamento è un obiettivo imprescindibile». Nicola Fratoianni, AVS, ritiene la sentenza «un altro ceffone al governo. Cade l'ipocrisia della Meloni che continua ad affossare ogni provvedimento che restituisce dignità ai lavoratori. Ancora più chiaro da che parte stanno: dalla parte dei potenti e dello sfruttamento». Rivendica il successo il governatore uscente Michele Emiliano secondo il quale si tratta di una «notizia importantissima».

«Perché - spiega - la Puglia è la prima Regione d’Italia ad avere introdotto una legislazione che prevede un salario minimo per tutti i lavoratori diretti ed indiretti della Regione. Come per altri casi, come lo screening obbligatorio per i neonati, siamo gli unici in Italia a tutelare alcuni diritti fondamentali. E di questo siamo molto orgogliosi». Il governatore eletto (in attesa di proclamazione) Antonio Decaro guarda già oltre: «Nei prossimi anni - annuncia - sperimenteremo questa norma a partire dagli appalti regionali condividendo con tutti i soggetti del partenariato socio-economico gli effetti di queste disposizioni, anche in vista di possibili estensioni. Perché un lavoro giusto è anche uno strumento di forza e di competitività per le imprese».

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