intervista

Spaccavento (Decaro Presidente): «La mia candidatura per una sanità migliore»

Il medico di Molfetta in corsa con la civica del governatore: «Credo nella politca della comunità, serve tempo da dedicare alle persone»

Felice Spaccavento, medico, in corsa per la lista Decaro Presidente alle regionali, per il collegio di Bari. Come nasce questa candidatura?

«Nasce dalla chiamata di Antonio Decaro alle 7.15 del giorno successivo all’annuncio che avrebbe corso come candidato governatore, mi disse che mi avrebbe voluto nella sua lista civica, con persone che non avevano nulla a che fare con la Regione, dandomi poco tempo per decidere».

E quanto tempo ha impiegato per la scelta?

«Poche ore, ci siamo visti verso le 11 e ho accettato di supportarlo e di sopportarlo, in un certo senso».

È la sua prima esperienza in politica?

«Sono stato all’opposizione, in Consiglio comunale a Molfetta».

Parafrasando il suo slogan elettorale che recita “Una Puglia in salute”, la Puglia è in salute?

«La Puglia sarà in salute quando ci sarà un piano socio-sanitario regionale come in tutte le regioni, sarà in salute quando si investirà profondamente sulla sanità territoriale, le strutture intermedie, sulla casa come primo luogo di cura, sulle future case di comunità, gli ospedali di comunità e quindi sfolleremo gli ospedali da ricoveri e accessi inappropriati. Penso anche alle telemedicine e alla teleassistenza, già finanziate dal Pnrr».

Basterà la legislatura 2025-2030 per realizzare tutto questo?

«Io penso che chi dice che i problemi della sanità si risolvano in pochissimi anni menta spudoratamente. Penso anche, però, che le problematiche più serie, lavorando sull’analisi del dato e dandoci un’organizzazione, saranno sicuramente migliorate».

Nel caso ci fosse la possibilità, accetterebbe la delega assessorile alla Sanità?

«Credo che, in questo momento, fare voli pindarici non abbia molto senso. Sono un manager, sono un direttore di Unità operativa da tre anni, mi occupo di organizzazione della mia Unità operativa. Penso che la decisione e, soprattutto, l’indicazione non spettino a me. Metterò le mie competenze al servizio della Regione, dentro o fuori che sia, come ho sempre fatto».

Tra i tanti temi che ci sono all’interno del mondo della sanità pugliese, le liste d’attesa hanno un ruolo molto importante. È davvero possibile abbatterle?

«Assolutamente sì».

Come?

«Cercando di lavorare sull’appropriatezza prescrittiva e sulla gestione delle visite di controllo in telemedicina, quindi abbattendo i tempi per i nuovi piani terapeutici e sulla visite di controllo per rinnovare le prescrizioni e soprattutto facendo lavorare, in maniera ordinata e retribuendo in più, il personale sanitario, in strutture dove il sabato e la domenica le macchine sono ferme, ma anche permettendo al personale di lavorare pure di notte per erogare un servizio ordinario, con la dovuta retribuzione, come succede in altre regioni d’Italia».

Una soluzione possibile?

«Ovviamente questo non farà sparire le liste d’attesa ma quantomeno ci saranno riduzioni del 20-30%».

Perché un elettore pugliese dovrebbe votare per lei?

«Perché io credo nella politica della comunità e credo che sia necessario investire tempo per curare la persona. Votare me perché non ho più niente da chiedere ma ho da dare alla mia comunità, ho 54 anni e metto al servizio la mia esperienza. Vorrei che ci si basasse su quello che ho fatto nella mia vita: costruire e realizzare sistemi sanitari migliori, come nella mia Unità. Mettere a disposizione quella mia esperienza potrebbe essere utile per tutto il sistema sanitario regionale».

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