La questione

Regionali, Vendola è incompatibile come consigliere: il motivo spiegato da lui stesso nel 2012

massimiliano scagliarini

Quando era governatore Nichi non si costituì parte civile contro l'allora capogruppo Pd Antonio Decaro: «Altrimenti lo farei decadere». E preparò una proposta di legge per risolvere il problema che però non fu approvata

Nel 2012 la Procura di Bari chiese il rinvio a giudizio per l’allora capogruppo Pd alla Regione, Antonio Decaro, accusato di abuso d’ufficio (verrà poi assolto con formula piena) per un concorso all’Arpa in cui avrebbe favorito il cugino. In quel processo sulla sanitopoli, incentrato sulla figura dell’allora senatore Alberto Tedesco, la Regione si costituì parte civile contro tutti gli imputati tranne Decaro. E il motivo di quella scelta adottata dall’allora governatore Nichi Vendola, scolpito in un comunicato stampa che ora conviene rileggere, spiega meglio di molte parole la situazione di incompatibilità in cui oggi si troverebbe il candidato consigliere Nichi Vendola.

«La decisione della Giunta regionale - scrisse la Regione motivando la mancata costituzione nei confronti di Decaro - è da ricondursi ad una precisa scelta di opportunità assunta agli esiti di un approfondimento istruttorio circa le possibili implicazioni dell’azione giudiziaria in questione». Costituirsi parte civile avrebbe infatti fatto decadere Decaro da consigliere. «La Puglia - prosegue il comunicato di allora - non ha mai provveduto ad aggiornare il proprio ordinamento elettorale, disciplinando le cause di incompatibilità (come di contro prescritto dall’art. 122 Cost. nella sua attuale formulazione risalente al 1999)...

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