Il caso
Apulia Film Commission, a un'amministratrice di condomini la consulenza per controllare i fondi europei per il cinema
L'allarme della Cgil: troppe procedure si svolgono senza i necessari controlli. E il collegio sindacale convoca la presidente Tosto: nel mirino la segretaria-imprenditrice
BARI - Il responsabile anticorruzione di Apulia Film Commission ha avviato l’istruttoria su Martina Lovascio, la dipendente Afc che risulta proprietaria di una quota di una società di produzione cinematografica (Disparte) e che ha partecipato alla commissione di valutazione dei progetti del Film Fund in cui questa società è stata ammessa a finanziamento per 315mila euro. E la stessa cosa ha fatto il collegio dei revisori della Fondazione, che ha già disposto a verbale l’audizione della presidente Annamaria Tosto. «Il caso è molto serio», dice chi se ne sta occupando: certamente più serio rispetto al problema di una semplice «dipendente infedele» di cui aveva parlato la Tosto nell’audizione in Consiglio regionale.
La vicenda raccontata dalla «Gazzetta» potrebbe infatti far emergere una carenza di controlli sull’utilizzo dei fondi pubblici, nel caso specifico dei 13 milioni di fondi europei destinati al Film Fund. Dalle prime verifiche è venuto fuori che la Lovascio non ha dichiarato il conflitto di interessi, in violazione del codice etico di Afc. E questo potrebbe effettivamente aver inficiato il procedimento di valutazione dei progetti, a prescindere dal fatto che la dipendente, come ha spiegato la presidente Tosto, non ha avuto ruoli esecutivi ma si è occupata solo della verbalizzazione.
Di certo c’è che ora il direttore generale Antonio Parente dovrà avviare il procedimento disciplinare. E di certo c’è che il collegio dei revisori presieduto dalla dottoressa Barbara Premoli, che ha appreso della questione dalla «Gazzetta» («I giornali - secondo la Tosto - fanno scandalismo») sta compiendo una serie di verifiche sul tema dei conflitti di interesse. Servono proprio a escludere che il caso della segretaria-imprenditrice possa essere la spia di un fallimento organizzativo nell’agenzia del cinema di cui la Regione è nei fatti azionista di riferimento.
La situazione è insomma molto tesa, e non solo perché la Lovascio rischia il licenziamento. Ma soprattutto perché pure i sindacati ora alzano la voce. Il 20 maggio le segreterie regionali di Fp Cgil e Fistel Cisl hanno chiesto una convocazione urgente al governatore Emiliano e alla presidente Tosto, segnalando «una diffusa preoccupazione per le modalità di gestione interna della Fondazione, alimentata anche da numerose testimonianze dirette dei lavoratori, e per le ricadute che potrebbero concretizzarsi qualora non si invertisse la rotta». Le parole sono pesanti: in Film Commission ci sarebbe «un quadro complesso, segnato da una crescente perdita di serenità e fiducia tra il personale dipendente, riconducibile a scelte gestionali non coerenti con i principi di correttezza, imparzialità e trasparenza amministrativa». Nel caso Lovascio, peraltro, i dipendenti di Afc non si sono sentiti tutelati: «È inaccettabile - scrivono - che eventuali criticità operative vengano imputate a lavoratori che, negli anni, hanno garantito impegno e professionalità anche in condizioni di forte precarietà».
«Si prova - dice il segretario della Fp Cgil, Luigi Lonigro - a far passare questa lavoratrice come una “dipendente infedele” che avrebbe omesso di comunicare la sua incompatibilità. Ma dov’era chi avrebbe dovuto? Se la dipendente era in commissione, seppure come segretario verbalizzante, qualcuno ce la deve aver messa. E se nessuno ce la ha messa il problema è ancora più grave». Poi l’affondo: «Ci è stato riferito - prosegue Lonigro - che da diverso tempo in Apulia Film Commission è in atto uno “svuotamento” delle attività, cui si aggiunge la crescente preoccupazione per la conduzione della delega di funzioni dell’Organismo Intermedio per la gestione del Film Fund. Il ritardo nelle istruttorie sarebbe stato colmato negli ultimi tempi con una accelerazione che potrebbe aver trascurato i necessari controlli. È su questo che chiediamo il confronto, finora senza esito».
Film Commission ha in effetti delegato all’esterno importanti funzioni di verifica. Dal 1° gennaio 2024 al commercialista barese Ernesto Devito è affidato (a 50mila euro l’anno) il compito di effettuare i controlli sull’Organismo intermedio, cioè sulle funzioni delegate dalla Regione per la gestione dei fondi europei. Ma De Vito dal 2020 al 2024 è stato responsabile anticorruzione e Organismo indipendente di vigilanza, quello che teoricamente avrebbe dovuto accorgersi della situazione della Lovascio.
Per quello che riguarda il Film Fund, Afc ha affidato all’esterno una serie di controlli. All’avvocato bitontino Mario Sicolo (figlio di Gianni, esponente storico del Pd) è stata affidata per 25mila euro l’assistenza giuridico amministrativa. Mentre l’incarico di «verifica contabile e amministrativa della documentazione acquisita dalle società beneficiarie» del Film Fund è stata affidata per 18mila euro a Giovanna Battista, laureata in scienze economiche alla Pegaso, ex commessa di Auchan ora impiegata amministrativa in una società privata che gestisce condomini. Fondi europei e condomini. Ce ne sarebbe abbastanza per scrivere un film.