Politica
Schlein vuole unità: il giallo della telefonata tra la leader Pd e il «ribelle» Laforgia
«Facciamo il massimo sforzo per non perdere per strada nessuno», è stato l’invito della segretaria nazionale
«Per vincere contro le destre serve unità. Il Pd qui come nel resto d'Italia lavora per la massima unità possibile»: la leader Pd Elly Schlein ha parlato alla festa dell’Unità a Cagliari e le sue parole sono risuonate come un monito anche a Bari. «Facciamo il massimo sforzo per non perdere per strada nessuno», è stato l’invito della segretaria nazionale. Le divisioni del centrosinistra barese in vista delle comunali però sono sotto gli occhi di tutti, con da una parte il Pd e un ampio fronte civico per l’azzeramento di tutte le candidature al fine di convergere su una soluzione unificante, e l’ala sinistra della coalizione schierata su Michele Laforgia come sindaco per il post Decaro.
Nelle ultime ore la Giusta Causa, associazione progressista fondata dallo stesso Laforgia, con altre sigle ha invitato il Pd a convergere sul penalista barese, ma l’appello non ha cambiato lo stato dell’arte: il maggior partito della coalizione considera il candidato della sinistra «divisivo» e non in grado di «fare sintesi» tra le varie anime del fronte emilianista.
In questo frangente ha fatto anche discutere l’indiscrezione di un colloquio telefonico tra la segretaria Elly Schlein e Michele Laforgia, un passaggio politico che - non costestualizzato - avrebbe potuto configurare un «giallo». Dal Nazareno, infatti, hanno smentito alla Gazzetta che ci siano stati contatti nelle ultime giornate, mentre un mese e mezzo fa (passato remoto vista l’evoluzione dei rapporti nell’area) c’è stato sì un dialogo, ma volto a preservare la compattezza del campo progressista barese, partendo dalla considerazione che il capoluogo regionale pugliese è una città simbolo della buona amministrazione dem nel Mezzogiorno e in Italia. Una telefonata da Roma a Bari la Schlein l’ha fatta ieri, al segretario regionale Domenico De Santis, che sintetizza così i contenuti: «Ci siamo sentiti per condividere gli ultimi aggiornamenti su Taranto e Lecce». «Bari? Non ne abbiamo parlato perché la linea del partito è quella concordata da settimane», chiosa puntualizzando implicitamente che il Pd tiene il punto dell’azzeramento.
L’esito del «caso Bari», allo stato, resta imprevedibile, perché non ci sono - nei fatti - spiragli di apertura o adesione del Pd alla candidatura Laforgia, o di un ritiro dell'avvocato. I vertici nazionali, inoltre, sono al lavoro per far quadrare il cerchio del campo progressista dalla Sardegna all’Abruzzo e contano di presentare una alleanza larga anche a Firenze e Bari, con il Pd motore della coalizione.
Se i rapporti tra Laforgia e Elly Schlein risalgono al settembre del 2018 (l’allora eurodeputata partecipò a Bari ad un incontro della Giusta Causa), sabato scorso c’è stato l’incontro tra il capogruppo al Senato Francesco Boccia e il penalista: in quella sede ci fu un confronto che partiva «dagli atti di generosità» del Pd nel ritirare i propri tre candidati (Paola Romano, Marco Lacarra e Pietro Petruzzelli) e nel congelare le primarie al fine di rasserenare gli animi e giungere ad una sintesi condivisa. Nelle ore successive però Laforgia non fece nessun passo indietro e formalizzò la sua discesa in campo sostenuto da socialisti, Verdi, renziani e movimenti di sinistra.
Lunedì prossimo, secondo l’iniziale calendario di riunioni, dovrebbe essere riconvocato il tavolo della coalizione progressista per Bari e quella sarà la sede per registrare l’esito della tessitura diplomatica per l’unità svolta non solo dal Pd, ma anche dai 5S e da Sinistra italiana, forze politiche nazionali che da mesi postulano la ricomposizione di un fronte unitario delle opposizioni al governo Meloni e alle destre. Il campo largo (o addirittura extra-large) ha funzionato nelle recenti elezioni comunali di Foggia: grazie al sostegno offerto a Maria Aida Episcopo dal centrosinistra, dai 5S e dal Terzo Polo (renziani e calendiani nella stessa lista), la candidata indicata dai grillini ha sbaragliato la destra, vincendo al primo turno.