I dati

Evasione fiscale in Italia: il Sud in cima alla lista nera

Gianpaolo Balsamo

Secondo la Cgia, in Puglia ogni 100 euro incassati i furbetti ne trattengono 20

Uno dei primati della nostra Penisola è quello dell’evasione fiscale che, specie nelle regioni del Sud, rappresenta una piaga sociale ed economica che non arretra.

A rilevarlo è l’Ufficio studi dell’Associazione artigiani e piccole imprese Cgia di Mestre che è riuscita a calcolare l’evasione a livello regionale.

In buona sostanza, applicando al valore aggiunto dell’economia sommersa (pari a 157,4 miliardi di euro) un coefficiente determinato dal rapporto del gettito fiscale e il valore aggiunto desumibile dalla contabilità nazionale al netto dell’economia non osservata, a fronte di 90 miliardi di evasione fiscale all’anno, è come se a ogni 100 euro di gettito incassato dal fisco, comunque ne venissero evasi 13,2.

Se la stessa simulazione la riproduciamo a livello regionale, la situazione più critica la scorgiamo nel Mezzogiorno: nella classifica di euro evasi ogni 100 euro incassati, in Puglia gli evasori se ne trattengono 19,2 euro, in Campania 20 e in Calabria, maglia nera d’Italia, 21,3. Si tratta di cifre doppie rispetto a ai 10,6 euro che si registrano in Friuli Venezia Giulia, ai 10,2 euro in Provincia di Trento e ai 9,5 euro in Lombardia. Il territorio nazionale più fedele al fisco è la Provincia di Bolzano che presenta un’evasione di soli 9,3 euro ogni 100 incassati.

Anche osservando le dichiarazioni dei redditi degli imprenditori individuali e dei lavoratori autonomi in contabilità semplificata (regime fiscale che coinvolge la grandissima parte degli artigiani e dei piccoli commercianti), le differenze reddituali sono profondissime. Sempre secondo la Cgia, se mediamente al Nord si dichiarano 33 mila euro all’anno, al Sud solo 23 mila. Questo vuol dire che al Nord si dichiara il 43% in più.

Questa forchetta tende addirittura ad aumentare quando si analizzano le dichiarazioni dei redditi anche dei lavoratori autonomi (liberi professionisti e artisti) e delle imprese individuali in contabilità ordinaria. Ovviamente questi divari sono sicuramente riconducibili alle diverse situazioni economiche e sociali presenti in queste due macro aree. Tuttavia, ha una rilevanza non trascurabile anche l’impatto dell’evasione fiscale di sopravvivenza che nel Mezzogiorno ha dimensioni importanti. Analizzando i dati delle singole regioni per quanto concerne le dichiarazioni dei redditi in contabilità semplificata, in Lombardia gli autonomi dichiarano 35.462 euro, in provincia di Trento 34.436 euro, in Veneto di 33.318 e in Friuli Venezia Giulia di 33.205 euro. Per contro, in Sicilia ci si attesta sui 23.946 euro, in Puglia sui 23.223 euro, in Campania sui 22.662 euro, in Basilicata sui 21.012 euro, in Molise sui 19.610 euro e in Calabria sui 19.551 euro.

Certo, è aumentata l’attività di controllo effettuata dalla Guardia di Finanza: l’anno scorso, secondo l’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati della Corte dei Conti, sono state denunciate all’autorità giudiziaria per violazioni penali tributarie 14.045 persone, di cui 290 sono state arrestate: solo il 2% dei soggetti denunciati è finito in carcere.

Nel 2022 il fisco ha recuperato dalla lotta all’evasione oltre 20 miliardi di euro. Questo dato, annunciato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), è l’ennesima dimostrazione che negli ultimi anni la lotta contro l’infedeltà fiscale sta dando i suoi frutti. «Merito anche della digitalizzazione - commenta Paolo Zabeo, coordinatore del Centro Studi Cgia di Mestre - con strumenti quali la fatturazione elettronica e l’invio telematico dei corrispettivi che hanno indotto una serie di contribuenti – tra cui gli evasori incalliti – a “ravvedersi”».

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