INTERVISTA
Pd Puglia: «Prima dell’assegno di fine mandato pensiamo a energia e edilizia popolare»
Il monito di De Santis ai consiglieri in vista della riunione di martedì
BARI - Domenico De Santis, segretario del Pd Puglia, l'editore Alessandro Laterza definisce l'impasse nel centrosinistra sul terzo mandato possibile per Emiliano e Decaro «poco interessante». Come si sta muovendo la coalizione? Quale ruolo per il Pd?
«Il tavolo regionale dei partiti ci sarà il 31 luglio con tutti i protagonisti della maggioranza regionale. Partiremo dalle priorità programmatiche della Puglia, a seguire si riuniranno i tavoli locali. Siamo ad un anno dalle elezioni, quindi nei tempi giusti per scegliere il nuovo sindaco di Bari. Le primarie di Decaro si fecero a gennaio, quelle di Emiliano a febbraio. Ora deve essere promosso un confronto pubblico sui valori e sulle idee per le città».
I test amministrativi saranno tre: Foggia, Lecce e Bari. Partiamo dalla città dauna: il candidato sindaco sarà pentastellato?
«Dobbiamo partire dai programmi. Nei giorni scorsi anche Decaro ed Emiliano lo hanno ribadito. Poi localmente i partiti decideranno come allargare la discussione a movimenti e associazioni per far partire le convenzioni. Partiamo dalle idee, poi ci saranno i candidati. Se non si trovano nomi unitari proporremo le primarie».
A Lecce c'è un pezzo di sinistra incerta sulla ricandidatura di Salvemini.
«Lecce sta vivendo una crescita economica e culturale straordinaria: si parte dal sindaco uscente. Se permarranno dubbi da parte di qualcuno, si faranno le primarie. Ma saranno i tavoli locali a decidere».
A Bari è forte la polemica della Giusta causa rispetto al protagonismo dei civici. A chi spetterà tenere insieme identità e l'ampio fronte emilianista, composto da ex destri come Boccardi, ora leader di Con?
«Le forze progressiste non sono autosufficienti. Dobbiamo allargare il campo come abbiamo fatto in questi anni. Ricordo i passaggi degli Olivieri, i Di Gioia e gli 8000 voti della Dc di Mongiello che fecero vincere Vendola alle regionali nel 2005. La coalizione regionale è il perimetro: tutti quelli che aderiscono al nostro programma e ai nostri valori di accoglienza, di lotta alla povertà, di sviluppo ecosostenibile sono i benvenuti».
Il sociologo Chiarello chiede alla politica progressista di trasformare le città e guardare al Mediterraneo, stigmatizzando i limiti del pragmatismo amministrativo di Decaro. Una provocazione intellettuale da raccogliere?
«Decaro è tra i sindaci più amati d’Italia. Vorrei sommessamente dire a Chiarello che il pragmatismo è inscritto dentro un disegno generale di trasformazione della città. A Bari si è cambiato il rapporto della città col mare riqualificando decine di km di costa, si è saputo attrarre importanti investimenti che hanno creato occupazione. La città con i suoi teatri e con la riqualificazione urbana è una delle principali mete turistico-culturali europee interconnessa all'Ue, ai Balcani al Mediterraneo e ora inizieranno i lavori per ricucire la città dalla frattura dei binari. Un lavoraccio che parte da Emiliano e Vendola. L’insegnamento di Franco Cassano è sempre la bussola per la classe dirigente progressista: un Sud che non sta con il cappello in mano e ha deciso in autonomia il suo futuro».
Sul Trattamento di fine mandato il Pd sembra diviso. È così?
«Mi faccia fare una premessa però».
Prego.
«Leggo accuse ingenerose. Questo consiglio regionale ha fatto tanto per combattere la povertà: dal reddito di Dignità alle borse di studio all’abolizione del ticket per le fasce più sofferenti. Nonostante i tagli nazionali il consiglio ha investito ingenti risorse per ridurre le liste di attesa. Saremo all’avanguardia nella modifica del Red per sopperire alla cancellazione del reddito di cittadinanza...».
Quindi sul Tfm?
«Chiedo ai consiglieri del Pd di non anticipare il punto martedì, nel prossimo consiglio regionale, ma di aspettare. Fermiamoci. Affrontiamo prima le proposte di legge già iscritte da mesi che riguardano i pugliesi come quella sull’energia, sui tirocini per dare dignità ai nostri giovani e alle imprese, sul contrasto alla violenza di genere, sulle case popolari».