La notizia
Puglia, due ok a trascrizione certificati nascita per figli nati con maternità surrogata
Sono figli di coppie eterosessuali nati in Ucraina, ma le coppie si erano viste rifiutare nei comuni di residenza la trascrizione integrale del certificato, e il bambino risultava avere un solo genitore, quello biologico
Due giudici pugliesi hanno riconosciuto il diritto in due differenti casi alla trascrizione integrale dei certificati di nascita per i figli nati da coppie eterosessuali con maternità surrogata all’estero. Lo rende noto l'associazione Luca Coscioni che ha assistito le coppie con il team legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo.
I due provvedimenti riguardano la trascrizione di certificati di nascita, emanati da autorità straniere, di bambini nati in Ucraina. Le due coppie si erano viste rifiutare, da parte degli ufficiali di stato civile dei loro Comuni di residenza, la trascrizione integrale del certificato di nascita dei loro figli, emesso dalle autorità ucraine e regolarmente trasmesso dal consolato italiano ai comuni competenti. In questo modo il bambino risultava avere solo un genitore (quello biologico) «in pieno contrasto - sottolinea l’associazione - con la legge 40 del 2004 che sancisce che tutti i nati sono figli legittimi della coppia che ha usato le tecniche di procreazione medicalmente assistita».
Secondo quanto riferisce l'associazione Coscioni, in un caso, su segnalazione di rito che il Consolato italiano fa per i casi di rientro in Italia di coppie con neonati, la coppia era stata persino iscritta nel registro degli indagati per il reato di 'alterazione di stato', previsto dall’articolo 567 del codice penale che punisce chi, nella formazione di un atto di nascita, altera lo stato civile di un neonato, mediante false certificazioni o attestazioni o altre falsità. In questo caso, il gip ha accolto la richiesta di archiviazione del pm, affermando «l'inesistenza di qualsiasi forma di falsità ideologica da parte dei genitori e riconoscendo che l’atto di nascita è stato formato nel rispetto della legge del luogo in cui è avvenuta la nascita del bambino: i genitori non avrebbero potuto fare altro se non dichiarare di essere entrambi i genitori del bambino, altrimenti avrebbero violato la normativa ucraina in materia di filiazione». La coppia aveva presentato ricorso per la completa trascrizione dell’atto di nascita con entrambi i genitori e il Comune, dopo la notifica del ricorso, ha provveduto alla trascrizione corretta prima della prima udienza.
Nel secondo caso, il Comune aveva trascritto il certificato di nascita, legittimamente formatosi in Ucraina, riconoscendo solo la genitorialità al padre e non anche alla madre in quanto genitore non biologico. Dopo un lungo percorso legale, «il tribunale civile con ricca e motivata Ordinanza e al fine di garantire la massima tutela giuridica possibile del minore anche nel nostro ordinamento - sottolinea l’associazione - ha stabilito che «si tratta semplicemente di riconoscere al meglio tale tutela già garantita da un atto di nascita indiscutibilmente valido ed efficace, la cui trascrizione difforme è innanzitutto illegittima prima che illogica, e comunque contraria a questa tutela, in aperto contrasto con i diritti fondamentali del minore». Il giudice ha ordinato all’ufficiale di stato civile del Comune di trascrivere l’atto con entrambi i genitori e ha condannato il Comune e il Ministero degli interni al pagamento delle spese legali a favore della coppia.
ASSOCIAZIONE COSCIONI: PARLAMENTO DICA SI' A REGOLAMENTO UE GENITORIALITA'
«Dalla Puglia arrivano due decisioni importanti, ottenute grazie alla determinazione delle famiglie che si sono rivolte a noi, proprio nei giorni in cui la Commissione Politiche europee del Senato sta lavorando a un parere su questo tema e mentre il Ministero degli interni con Circolare 3/2023 comunica ai Sindaci che i certificati di nascita per i nati da coppie dello stesso sesso non devono essere trascritti integralmente, ignorando l’invito della Corte Costituzionale ad emanare una norma adeguata sul tema». Lo afferma in una nota Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni.
«Entro il 23 marzo - aggiunge - il Parlamento italiano dovrà inviare alle istituzioni europee un parere sulla proposta di Regolamento in materia di 'Giurisdizione, legge applicabile, riconoscimento delle decisioni e accettazione degli strumenti autentici in materia di genitorialità'. Le sentenze dei tribunali pugliesi, applicando il diritto interno, ricalcano la linea della proposta europea, ovvero il pieno riconoscimento della genitorialità e, dunque, del rapporto di filiazione in situazioni transfrontaliere in modo unitario tra gli Stati». "Chiediamo al Parlamento - conclude - che il parere sia positivo, al fine di eliminare discriminazioni illegittime tra i nati da coppie dello stesso sesso e da coppie eterosessuali, e conforme a quanto già le norme interne prevedono e i tribunali affermano per i figli di alcune coppie. Nel contempo stiamo lavorando affinché sia depositata e discussa la proposta di legge sulla gravidanza solidale per altri che abbiamo elaborato con associazioni ed esperti».