Lotta continua
8 Marzo, la Cgil Puglia e la piattaforma di genere Belle Ciao
«Non arretreremo di un passo, ma continueremo a mobilitarci per cambiare lo stato delle cose», spiega Filomena Principale segretaria Cgil Puglia
PUGLIA - Anche questo 8 marzo sarà celebrato in uno scenario di guerra, all’insegna di mancate accoglienze e violenze in ogni parte del mondo. Da mesi stiamo urlando “donne, vita, libertà”, mentre in Iran si continua a soffocare il grido delle donne, a uccidere chi protesta e ad avvelenare le studentesse.
Si avvelena sottilmente l’intelligenza, la conoscenza, ciò che permette di inseguire e riconoscere la libertà. L’impegno dell’Italia, insieme a quello degli altri Paesi sottoscrittori di Agenda 2030, è raggiungere l’uguaglianza di genere, emancipando tutte le donne e le ragazze. Ma si tratta di un impegno purtroppo faticoso, gravato ancora da divari, disuguaglianze, discriminazioni, differenze che pesano come macigni nell’organizzazione sociale delle nostre comunità. Un impegno che fa a pugni con i dati della violenza sulle donne, in tutti i luoghi della socialità e soprattutto nella vita familiare e con i dati relativi alle molestie nei luoghi di lavoro e in quelli di cura.
Età, condizione sociale e posizione geografica non sono delle discriminanti: è la mano maschile quella che colpisce maggiormente e con più forza. Un impegno che deve provare a contrastare l’asimmetria del lavoro domestico con il suo carico ancora sbilanciato sulle donne e che nel Mezzogiorno sfiora il 70% del tempo dedicato ad esso. Una differenza tra i generi che si riscontra anche, in termini negativi per le donne, rispetto alla partecipazione alla vita sociale, politica, istituzionale, alla crescita professionale, all’equa retribuzione salariale e pensionistica, soprattutto nel Mezzogiorno.
Condizione soggetta ad ulteriore aggravio in conseguenza dei provvedimenti contenuti nel disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata; quelli relativi a famiglia, istruzione, salute, con i tentativi di messa in discussione della legge 194 o quelli riguardanti il riconoscimento giuridico dell’embrione. E gli annunciati provvedimenti per favorire la maternità a fronte del crescente calo demografico rischiano di essere pensati come misure di conciliazione vita lavoro per le donne senza strategia di condivisione del lavoro di cura che deve vedere protagoniste madri lavoratrici e padri lavoratori.
Continueremo ad essere in campo anche in questa regione, dove i dati sul divario di genere restano preoccupanti, per portare il nostro contributo nei luoghi del confronto e della partecipazione, sui temi del lavoro e del welfare. Per sostenere i servizi e il progresso dei nostri territori.
Lo faremo grazie anche alla Piattaforma digitale “BelleCiao!” consultabile online sul sito della CGIL nazionale, realizzata con il contributo di tutte le strutture regionali e di categoria nazionali e volta a migliorare la condizione di vita e di lavoro delle donne. Non arretreremo di un passo, ma continueremo a mobilitarci per cambiare lo stato delle cose, affinché ogni giorno sia un giorno in cui il linguaggio, la comunicazione, l’analisi dei fatti e le azioni consequenziali segnino finalmente la raggiunta uguaglianza sostanziale che ancora rappresenta un limite alla effettiva parità.