I poteri

L'Anac boccia nuovo statuto di Aqp: «Sull'acqua decidono i Comuni, la Regione non può avere l'ultima parola»

Massimiliano Scagliarini

La lettera dell'Authority. La giunta regionale pronta a recepire le modifiche con una delibera che verrà approvata la prossima regione

Il nuovo statuto di Acquedotto Pugliese non garantisce il controllo da parte dei Comuni, condizione indispensabile per l’affidamento senza gara d’appalto del servizio idrico integrato alla principale società pubblica del Mezzogiorno. È questa la risposta che l’Autorità anticorruzione ha mandato (all’inizio di agosto) alla richiesta di parere avanzata dalla Regione sull’operazione Aqp: l’ingresso dei Comuni nel capitale (con il 20%) ha consentito, anche grazie a una norma che il governo ha inserito nel decreto Concorrenza, di mantenere «in-house» la gestione dell’acqua che altrimenti sarebbe finita sul mercato. Ma la contropartita di tutto questo è, appunto, che non sarà più la Regione a decidere sul ciclo dell’acqua.

Si parte appunto dal trasferimento ai Comuni di una partecipazione azionaria al capitale di Aqp, passaggio necessario per azionare il meccanismo dell’affidamento in-house...

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