Il caso

Sud-Est, alcuni privati provano a farla fallire. Anav: non va salvata

Massimiliano Scagliarini

L’associazione di categoria si oppone al piano di salvataggio: «La gestione dei bus va data al Cotrap»

BARI - Ferrovie Sud-Est tenta la carta del piano di soluzione della crisi per mantenere in mano pubblica la gestione di treni e bus. Ma gli operatori privati alzano il fuoco di sbarramento e, con una mossa a tenaglia, attaccano sul doppio fronte amministrativo e giudiziario. Anav, la Confindustria dei trasporti, chiede alla Regione di dichiarare nulli i contratti di servizio con Fse e al Tribunale di Bari di dichiarare inammissibile il ricorso con cui il 31 dicembre la società ha chiesto le misure di protezione in attesa di predisporre una proposta per uscire dall’impasse.

Il contesto è la sentenza con cui, ad agosto, il Consiglio di Stato ha annullato il trasferimento di Ferrovie Sud-Est al gruppo Fs e ha revocato i 70 milioni di contributo pubblico previsti nella Finanziaria 2015. La società ha dunque dovuto rettificare il bilancio, facendo emergere un «rosso» di 130 milioni, con quasi 90 milioni di debiti nei confronti di Fs più 70 appostati a fondo rischi. Il gruppo Fs non ha inteso ricapitalizzare, proprio per evitare il rischio di una nuova procedura di infrazione per aiuti di Stato, ma ha scelto la strada del concordato-bis.

In questa procedura Anav è intervenuta il 9 gennaio con un atto in cui chiede al Tribunale di Bari di respingere il ricorso, osservando che la sentenza del Consiglio di Stato avrebbe dovuto già comportare la retrocessione di Sud-Est al ministero delle Infrastrutture. Anav ha richiamato le due diffide con cui chiede alla Regione di dichiarare nullo (o di risolvere) il contratto di servizio e in particolare quello per i servizi su gomma, il più importante, che scade nel 2025. Nelle more di una nuova gara, dice Anav, la gestione dei bus andrebbe affidata al consorzio Cotrap, uno dei tre soggetti (insieme a Ferrotramviaria e Arriva) che rivolgendosi alla giustizia amministrativa ha ottenuto la sentenza di agosto.

Ieri in Regione c’è stato un tavolo per discutere del caso Sud-Est. Nel contratto di servizio, prorogato nel 2023, era stata inserita una clausola risolutiva proprio per tenere conto dell’eventualità di un esito negativo del contenzioso sugli aiuti di Stato. Ma si tratta appunto di una possibilità, e non di un obbligo. Considerando pure che la stessa Regione ha affidato a Sud-Est quasi un miliardo di euro di investimenti a valere sui fondi europei e sul Pnrr, ed è tra i creditori della società. Risolvere il contratto creerebbe, tra l’altro, un ostacolo al completamento delle opere sulla più importante rete ferroviaria concessa d’Italia.

Il Tribunale (giudice delegato Laura Fazio) non si è ancora espresso sul ricorso presentato da Fse (con il prof. Andrea Zoppini e gli avvocati Alessandro e Marco Brudaglio). E deve anche pronunciarsi sul ricorso con cui, a ottobre, tre società creditrici di Sud-Est hanno chiesto di annullare il vecchio concordato, quello aperto nel 2017 per evitare il crac causato dalla gestione dell’ex amministratore unico Luigi Fiorillo. Ovvero proprio la partita che portò il governo Renzi (ministro delle Infrastrutture era Graziano Delrio) a decidere il trasferimento di Fse dal ministero al gruppo Fs. La Procura di Bari, che in quell’occasione aveva chiesto il fallimento della società, si è opposta alla revoca del concordato al pari di quanto hanno fatto Fs e la stessa Fse.

La strategia sarà chiara non appena i consulenti di Sud-Est predisporranno il piano di salvataggio, che dovrebbe prevedere il pagamento al 100% di tutti i creditori commerciali e che dovrebbe poi saldare il debito nei confronti della capogruppo proprio attraverso la cessione dei rami di impresa (ferro, gomma, rete) con i relativi contratti. Nel frattempo i sindacati dei 1.700 dipendenti sono preoccupati: hanno dichiarato lo stato di agitazione e hanno chiesto un nuovo tavolo alla Regione per dare risposte ai lavoratori. Che preferiscono ovviamente essere assorbiti nel gruppo Fs piuttosto che finire nell’orbita dei privati.

Privacy Policy Cookie Policy