Il caso
«Frode e subappalti irregolari», chiuse le indagini sulla Cobar
Le accuse della Procura di Salerno al costruttore pugliese Barozzi. L’appalto della «cittadella»: a ottobre si decide per l’interdizione
BARI - I disservizi causati con la fornitura di ascensori difettosi, con i mancati collaudi e con la manutenzione approssimativa degli impianti costituirebbero una frode in pubbliche forniture nell’ambito dell’appalto da 16,9 milioni per la realizzazione della nuova cittadella giudiziaria di Salerno.
È questa l’accusa che la Procura di Salerno ha cristallizzato nell’avviso di conclusione indagini notificato prima di Ferragosto a cinque persone fisiche e quattro società. Tra loro Vito Barozzi, 67 anni, all’epoca legale rappresentante della Cobar di Altamura, la principale impresa di costruzioni pugliesi che - per questa vicenda - a maggio era stata colpita dal divieto di contrattare per 12 mesi con la pubblica amministrazione. La sospensione del provvedimento interdittivo, disposta a giugno, è stata impugnata dalla stessa Procura campana: e la chiusura delle indagini firmata dai pm Elena Cosentino e Carlo Rinaldi con il visto del procuratore Giuseppe Borrelli rimette la palla al centro...
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