il problema
Potenza a rischio terremoti, ora ci sarà più prevenzione
Con la rete sismica sul modello di Catania e Campi Flegrei
Sensori sugli edifici, un osservatorio deputato ed in caso di eventi sismici, elementi immediati per la pianificazione dei soccorsi. E’ la rete sismica urbana di Potenza, progetto presentato ieri dal Centro di geomorfologia integrata per l’Area del Mediterraneo. In particolare, il progetto – frutto della collaborazione tra il Cgiam, l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia e i responsabili del Laboratorio SisLab del Dipartimento di ingegneria dell’Università della Basilicata – prevede una prima fase, a fine anno, con il posizionamento di dieci sensori in città e la loro entrata a regime nel 2026.
“Sarà realizzata una rete nel territorio potentino e sugli edifici per monitorare ciò che accade durante un terremoto. I sensori saranno sparsi sul territorio e su alcuni edifici strategici tipo la caserma dei Vigili del fuoco ed alcuni edifici della Regione – spiega Felice Ponzo, responsabile del laboratorio di ingegneria sismica dell’Unibas - Sono punti di osservazione che sono in grado di valutare dopo un evento sismico lo stato di danneggiamento eventuale dell’edificio. Una rete sperimentale sarà solo su Potenza e resterà attiva. In questo modo avremo indicazioni sullo stato di danneggiamento, avremo elementi immediati anche per la pianificazione dei soccorsi. Avremo un dato oggettivo immediato e sulla pianificazione dell’intervento uno potrà basarsi su informazioni certe”.
D’altra parte, come sostenuto nel corso degli interventi, l’esperienza del Centro viene messa al servizio di un territorio altamente sismico che “deve essere adeguato all’evoluzione dei tempi e delle metodologie, sulla base della rete realizzata in Basilicata dal Centro, a seguito del terremoto del 1980, rimasta attiva all’incirca per un decennio”.
“Il patrimonio edilizio potentino è datato e non adeguato alla normativa vigente – evidenzia Domenico Patanè dell’Ingv – Potenza ha sofferto vari terremoti ed è tra quelle città a maggiore rischio sismico in Italia, per cui una rete sismica consente di capire quali zone possono essere soggette a maggiore amplificazione. Questo è un progetto all’avanguardia che colloca Potenza al centro di una strategia avanzata per la prevenzione, rendendola una delle poche città a disporre di un Osservatorio sismico come Catania ed i Campi Flegrei”. “La ricorrenza nello stesso sito, nella stessa faglia, a rompersi nella maniera totale ossia con magnitudo intorno a 7 è nell’ordine di 1500 anni. Possiamo dire che il terremoto del 1980 non si ripeterà entro qualche centinaia di anni ma di più” sottolinea Rodolfo Console presidente del Cgiam. Non c’è solo Potenza al centro dei programmi del Cgiam ma l’intero territorio lucano. Come spiega il presidente del comitato tecnico – scientifico dell’ente, Michele Greco: “Progetti sperimentali ed europei vedono la Basilicata come area pilota: è il caso del progetto sui cambiamento climatico che riguarda la costa ionica». Attenzione, poi, anche allo spazio come sottolinea l’esperto del Centro, Carlo Terranova che ricorda come “il centro ha realizzato un progetto pilota su 29 comuni del Potentino”.