Potenza, altri 2 negozi chiudono per sempre: via Pretoria non è più il salotto buono della città
Avanza la desertificazione commerciale: saranno sostituiti da attività food e beverage forse prima di Natale
POTENZA - Nuova amarezza per il comparto abbigliamento, calzature e accessori. Nuove prospettive, invece, per il food e beverage. Conto alla rovescia per la chiusura di altri due negozi storici di via Pretoria alle prese, in questi giorni, con svendite totali per cessione attività e sconti fino al 60 per cento. Per il 31 ottobre chiude il punto vendita del marchio Sisley – rimasto con una sola dipendente - del gruppo Benetton per scelte aziendali riguardanti diversi store in tutta Italia. Chiuderà per il 25 dicembre Diana, attività avviata dal 1926 e dal 1960 conosciuta così com’è oggi, passata dalle mani del nonno a quelle dei nipoti: i cugini Ernesto e Rita Giugliano hanno «provato a resistere in tutti i modi, rinunciando anche allo stipendio in questi ultimi anni, dal Covid in poi», ma ora si dicono rassegnati e decisi a gettare la spugna.
Saracinesche, invece, destinate ad alzarsi per McDonald e ArtRestaurant che, in entrambi i casi, andranno a riempire i “vuoti” lasciati da negozi di abbigliamento chiusi già diversi anni - se non decenni - fa. «Se tutto va bene, aprirà per Natale» ci ha riferito uno degli operai impegnati sul cantiere dell’ampio locale in rifacimento della multinazionale statunitense che manterrà comunque il punto vendita su viale del Basento, con McDrive annesso. Prenderà il posto di quello che era, fino a qualche anno fa, lo store Benetton, sotto i porticati dell’Ina a ridosso di piazza “M. Pagano”. Sarà ampissimo e impegnerà anche il livello sottostante, adibito a uffici e locali tecnici. E a pochi passi aprirà ArtRestaurant «tra la fine di quest’anno e l’inizio dell’anno nuovo» ci hanno riferito: sarà il terzo ristorante in città dei gemelli Domenico e Francesco Rinaldi, un locale su due piani, all’interno di quello che una volta era il raffinato negozio di abbigliamento di Fusco. Insomma, là dove si va a fondo con abiti, borse e scarpe – seppur di noti brand e rinomata qualità - si rilancia puntando al palato e scommettendo facile su piatti della tradizione, rivisitazioni dello chef o sui più ghiotti e calorici hamburger e patatine, autentici must del fast food.
Una tendenza che va consolidandosi, senza intravedere possibilità di inversione di rotta tra i soliti problemi del commercio al dettaglio, l’impoverimento generale delle famiglie, tasse e bollette alle stelle e l’inarrestabile calo di frequentatori del centro storico potentino che per tanti «non è più il salotto buono della città» dove famiglie intere erano solite “salire” specialmente per fare buoni acquisti. Anche se c’è da segnalare un paio di recentissime aperture in centro, con attività che hanno scelto un posizionamento di nicchia, come del tutto in cashmere e dell’abbigliamento per bambini - con il franchising di Petit Bateau che ha optato per il trasferimento da via del Gallitello e nuova gestione - ed è attesa l’ennesima birreria, la conta è a dir poco desolante: attraversando l’intero rettilineo di via Pretoria sono una quarantina i locali sfitti, con la situazione che peggiora man mano che si scende in direzione di Torre Guevara.