l'allarme
Sanità, la denuncia della Uil: «Mancano troppi infermieri». Il sindacato: «Attingere dalle graduatorie»
«Negli ultimi mesi si registra una «situazione esplosiva» nell’Aor San Carlo dovuta ad una grave carenza di personale infermieristico e di supporto»
POTENZA - La Uil Fpl in una nota esprime forte preoccupazione «per le notizie allarmanti della sanità lucana e i ritardi nella nomina del nuovo assessore non fanno altro che aggravare una situazione molto critica e completamente nelle sabbie mobili».
Secondo il sindacato negli ultimi mesi si registra una «situazione esplosiva» nell’Aor San Carlo dovuta ad una grave carenza di personale infermieristico e di supporto. «Basta sbirciare quotidianamente sull’albo pretorio dell’azienda - scrive - e verificare le tante cessazioni e i tanti pensionamenti che purtroppo non vengono contestualmente rimpiazzati. La Uil ha lanciato l’allarme in tempi non sospetti, chiedendo la prosecuzione dei rapporti di lavoro per gli infermieri a 36 mesi e che potevano essere ancora utilizzati per far fronte a queste evidenti carenze, ma siamo rimasti inascoltati - afferma la nota del sindacato che aggiunge -. Per non parlare della situazione dei presidi ospedalieri in particolare di quelli di Melfi, Lagonegro e Villa D’Agri e Pescopagano dove quotidianamente ci segnalano disagi e carenze di personale. Eppure gli strumenti ci sono. Basterebbe scorrere le graduatorie del concorso unico regionale e pubblicare le graduatorie della stabilizzazione per assumere le unità mancanti, cosa che ultimamente celermente ha fatto l’Asp. Inoltre si parla di una stretta sulle prestazioni aggiuntive e sugli straordinari, ma se non si assume personale ci chiediamo come si fa a sopperire alla carenza considerato l’approssimarsi delle ferie estive.»
A parere della Uil «occorrono nuovi modelli di organizzazione del lavoro che rappresentano un aspetto delicato da gestire perché sempre più evidenti sono le resistenze ed i rischi per la salute. Anche i turni di servizio rigidi contribuiscono a determinare la carenza. Con sistemi di gestione dei turni più flessibili, forse, verrebbero meno alcune richieste di part-time o di abbandono precoce della professione al fine di conciliare i tempi di vita e di lavoro. La revisione dei modelli organizzativi delle strutture e il coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici nella loro impostazione è una priorità non più rinviabile. Esiste, infatti, una parte della carenza determinata da cambiamenti organizzativi gestiti male, senza condivisione e partecipazione delle organizzazioni sindacali e che costituiscono ancora un importante causa di demotivazione, frustrazione ed abbandono.»