Veleni e polemiche
Elisa Claps, parla Gildo: «Chiesa riaperta a Potenza? Intervenga il Papa»
Il fratello Gildo Claps risponde all’arcivescovo di Potenza. E invoca un’assunzione di responsabilità 30 anni dopo la scomparsa della piccola Elisa
Una ferita che non guarisce, la tristissima storia di Elisa Claps. Un dramma familiare diventato una tragedia collettiva ma anche un ulteriore motivo di conflitto. La decisione di riaprire la chiesa della Trinità al culto, a 30 anni dall’omicidio della studentessa potentina - che in quella chiesa fu ammazzata da Danilo Restivo, al culmine di un assalto sessuale respinto - ha riacceso gli animi cittadini. Ed è tornata a scavare le distanze tra le anime diverse del tessuto sociale.
La città è spaccata in due: c’è chi quella chiesa la vuole chiusa, per l’orrido segreto che ha custodito fino al 17 marzo 2010, giorno in cui fu ritrovato il cadavere nel sottotetto, e chi la vuole riaperta ai fedeli. Né prende piede l’ipotesi di destinare l’edificio ad altro uso: qualsiasi cosa, basta che la Trinità venga sconsacrata.
Nell’ennesimo braccio di ferro che la famiglia Claps ha ingaggiato con certi pezzi di istituzioni, torna a levarsi la voce di Gildo, l’indomito fratello di Elisa, che si rivolge direttamente a papa Francesco. Qui di seguito le parole di Gildo: «Impossibile ricucire. La riconciliazione con la Curia di Potenza, e soprattutto con Ligorio (l’arcivescovo di Potenza, ndr), è impraticabile. Solo l’intervento del Santo Padre potrà aprire uno spiraglio di ragionevolezza per trovare una via d’uscita. Noi parleremo solo con i livelli più alti del Vaticano per chiudere questa storia. Non riconosciamo nessun ruolo alla Chiesa di Potenza». Monsignor Salvatore Ligorio aveva detto che su Elisa «la chiesa non ha colpe». Gildo Claps chiarisce che le ragioni della loro insistenza non sono certo quelle legate a un possibile risarcimento: «Se hanno timore che nel momento in cui dovessero ammettere le loro responsabilità possano essere chiamati a risarcire, noi non avanzeremo nessuna pretesa economica».
La curia potentina, secondo Claps, ha «combinato un pasticcio» con le dichiarazioni diffuse dopo il ritrovamento del corpo di Elisa. «Continuano a costruire muri e fanno un’opera di rimozione sistematica della verità». Quanto al dossier che l’arcivescovo ha annunciato di voler presto diffondere, ancora Gildo: «Lo aspetto con ansia. Magari lo tirassero fuori. Continuano a difendere don Mimì Sabia (parroco all’epoca della sparizione di Elisa, ndr) hanno anche affisso una targa dentro la Trinità mentre per Elisa non c’è un ricordo».