la sentenza
Potenza, omicidio Cassotta: assolto il 43enne Prota. Delitto senza colpevole
La decisione è della Corte di appello di Salerno. Un coimputato di Prota era già stato assolto in primo grado
RIONERO IN VULTURE - La Corte di appello di Salerno ha assolto stamani Donato Prota, di 43 anni, rimasto unico imputato dell’omicidio di Bruno Augusto Cassotta, ucciso a Rionero in Vulture (Potenza) il primo ottobre 2008 con 12 colpi di arma da fuoco.
Lo si è appreso a Potenza dal difensore di Prota, l’avvocato Giuseppe Colucci. Prota era stato assolto già in primo grado: venne però condannato all’ergastolo in secondo grado. La sentenza fu annullata e il processo rifatto, a Salerno: l'imputato fu condannato a trent'anni di reclusione ma anche questa sentenza fu annullata dalla Corte di Cassazione, come nel primo caso. Oggi è stata emessa la nuova sentenza di assoluzione.
Un coimputato di Prota era già stato assolto in primo grado (e la sentenza confermata in appello). Anche i presunti mandanti del delitto - che ora è rimasto senza responsabili - sono stati assolti.
La verità su Tita
«Ammazzato
per uno sgarro»
POTENZA - L’hanno giustiziato perché si era fatto rimettere a nuovo la macelleria da un’impresa che lavorava sulla strada tra Ruvo del Monte e Calitri. Quell’impresa pagava già il «pizzo» al clan Delli Gatti che, a quel punto, ha dovuto garantire la protezione promessa. Uno sgarro. È per questo motivo che - secondo il killer pentito della mala del Vulture Alessandro D’Amato - Domenico Tita, macellaio di Ruvo del Monte, è stato condannato a morte nel 1991. Le dichiarazioni del pentito hanno riaperto l’inchiesta sull’omicidio di mafia avvenuto ad Atella il 26 febbraio del 1991
• Gli spararono alla schiena