La tragedia
Forlì, uomo di origini lucane muore azzannato dai cinghiali che accudiva
Sbranato, è deceduto dopo un lungo giorno di agonia
E’ morto dopo un lungo giorno di agonia dopo essere stato sbranato dai tre cinghiali che accudiva in un recinto vicino a casa. Le ferite, gravissime, causate dagli animali, non gli hanno purtroppo lasciato scampo.
Si tratta di Giuseppe Capece, cacciatore di 65 anni, originario di Ruoti (dove vivono i suoi parenti), ma residente a Meldola un paesino della provincia di Forlì-Cesena. L’uomo nei giorni scorsi era rimasto gravemente ferito dopo essere stato azzannato dagli ungulati. L’aggressione è avvenuta in un terreno agricolo nei pressi di Rocca delle Caminate, un paesino romagnolo famoso per aver ospitato Mussolini alla fine della seconda guerra mondiale. Si tratta della zona che, dalla provinciale della val Bidente conduce da Meldola fino al castello e che prosegue poi per Predappio.
Capece nel pomeriggio dimercoledì scorso, come aveva fatto in tante altre occasioni, stava dando da mangiare agli animali quando è stato improvvisamente aggredito a morsi e a colpi con le lunghe zanne dai due maschi, subendo gravi ferite in varie parti del corpo. Capece con la forza della disperazione, nonostante le ferite, è riuscito comunque a divincolarsi e a scappare e con il cellulare ha contattato un cugino, che ha subito lanciato l’allarme al «118». Trasportato all’Ospedale «Bufalini» di Cesena, inizialmente le sue condizioni non sono apparse così preoccupanti, poi la situazione è peggiorata ed ha perso la vita.
L’uomo aveva trovato i tre cinghiali circa un anno fa, decidendo di tenerseli. Un successivo intervento della Polizia Provinciale aveva portato al sequestro degli animali, lasciati in custodia all’uomo. Il tribunale aveva poi revocato il sequestro attribuendo all’amministrazione provinciale il compito di trovare per i tre cinghiali un luogo idoneo. Proprio in questi giorni era previsto il loro trasferimento. Un aspetto, quest’ultimo, che rende ancora più assurda e triste questa tragedia nelle colline romagnole.
In ospedale il cacciatore lucano è stato operato più volte dai medici nel disperato tentativo di salvargli la vita. Ma le gravi ferite riportate nella parte superiore del corpo, come detto, non gli hanno lasciato scampo. La notizia della morte di Capece è arrivata in fretta a Ruoti. Sconvolti i familiari e i tanti cacciatori che lo conoscevano.