Il caso
Basilicata, Anonymous attacca i siti di Regione e Comune per dire no al petrolio
Online migliaia di password: «Basta con questo scempio»
POTENZA - Denunciare lo sfruttamento petrolifero del territorio lucano e l’inquinamento. È questa la matrice dell’attacco informatico ai siti della Regione Basilicata e dell’Università lucana, perpetrato sabato dagli hacker di Anonymous, il gruppo che da anni sceglie bersagli non casuali per denunciare o segnalare particolari situazioni.
L’attacco era stato preannunciato sul blog del gruppo il 14 febbraio, dando il via all’operazione OpLucania #OpGreenRights contro la Regione Basilicata. Colpiti i siti giunta, Consiglio, Apt, il vecchio sito dell’Unibasilicata e quelli dei Comuni della Val D’Agri, con obiettivo di divulgare nomi, cognomi, username, password ed email degli amministratori, oltre che le credenziali di 198 aziende lucane, con tanto di nome, email, telefono, siti web, partita Iva e codice fiscale, e una lista di una trentina di uffici per le relazioni col pubblico, l’elenco del personale amministrativo ed altro.
Chiara la rivendicazione: per Anonymous l’affaire estrazioni è «uno scempio firmato dall’italiana Eni» e l’attacco si è reso necessario per denunciare «le persone che hanno avuto e che hanno tuttora un ruolo in questa situazione disgustosa». I membri si Anonymous si definiscono «moderni combattenti per i diritti civili», ma per le autorità sono una banda di terroristi informatici. Il fenomeno è datato 2003, quando ha iniziato ad operare sotto forma di pubblicazione anonima di immagini e commenti sul web, per poi porre in essere numerose attività, tra le quale le più famose sono state l’attacco a Scientology, la campagna contro le censure a WikiLeaks, quella in favore della rivoluzione egiziana del 2011 e l’Operazione Isis, avviata contro il sedicente Stato Islamico.
Il sito istituzionale della Regione ha già subito un attacco il 23 febbraio 2016. Su quanto accaduto nello scorso weekend via Anzio ha diffuso una nota nella quale ha ridimensionato l’accaduto, evidenziando che «l’attacco informatico di Anonymous si è concretizzato in un accesso non autorizzato su applicazioni in parte già dismesse e in parte in corso di dismissione e sostituzione, nell’ambito di un piano di verifica dell’integrità e sicurezza delle applicazioni che la Regione stessa sta portando avanti. I siti web dell’ente sono oggetto quotidiano di attacchi informatici da parte di hackers che vengono contrastati con la collaborazione del Centro Tecnico Regionale con il Cert-Pa, la struttura che opera all’interno di AgID e ha il compito di supportare le amministrazioni nella prevenzione e nella risposta agli incidenti di sicurezza informatica. Gli utenti e gli amministratori dei vari sistemi oggetto degli attacchi sono stati contattatati al fine di adottare le relative azioni di sicurezza.
Come da prassi la Regione sta provvedendo ad inoltrale la segnalazione agli enti competenti ai sensi del Regolamento generale sulla protezione dei dati». Sull’accaduto si è espresso anche Vincenzo Petrone, la «Sardina ribelle» lucana espulsa qualche giorno fa dopo la polemica con il leader, Mattia Santori. Petrone ha manifestato «profondo dissenso per metodi che non condivido. Le istituzioni vanno attaccate sul piano della dialettica, anche aspra, e del confronto/scontro politico. Il vandalismo informatico non è mai la risposta. La risposta è la politica stessa e la condivisione dei temi cari ai cittadini. Nella fattispecie la politica energetica in Basilicata».