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Pinuccio racconta Pierino e il Lupo: l'evento online dal Piccinni con l'Orchestra Metropolitana

Nicola Morisco

Prokopiev incontra Salvini & Co.: ecco come l'attore barese ha riadattato la storia

Non è la prima volta che l’attore barese Alessio «Pinuccio» Giannone, noto per essere tra i più apprezzati inviati del tg satirico «Striscia la notizia», nonché per le sue irriverenti telefonate ai politici diventate virali suoi social, si cimenta in teatro con Pierino e il lupo, straordinaria favola musicale dal compositore russo Sergej Prokofiev. Pinuccio lo farà in diretta streaming sulla pagina Facebook del comune di Bari (https://www.facebook.com/cittametropolitanabari) stasera, domenica 22 alle 20.30 dal palco del teatro Piccinni con l’Orchestra Sinfonica Metropolitana diretta da Giovanni Rinaldi, la cui direzione artistica è del maestro Marco Renzi.

L’iniziativa rientra nella programmazione «a distanza» realizzata in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. I suoni e le immagini si mescolano in un’opera che ha il nobile scopo di educare bambini e adulti, alla conoscenza dei principali strumenti dell’orchestra, dei loro timbri ed espressività. Pinuccio racconta la storia di Pierino e dei suoi amici animali rivisitandola in chiave ironica, con chiari riferimenti all’attualità.

«Può sembrare blasfemo – anticipa Giannone -, ma non sono riuscito a sottrarmi alla tentazione di attualizzare l’opera di Prokofiev. Ci saranno un po’ tutti a fare compagnia a Pierino e agli altri personaggi della storia. Da Lopalco a Salvini, passando per Albano, Decaro ed Emiliano: ho voluto dare una ventata di attualità al testo. Spero non me ne vorrà Prokofiev, ma alcune vicende della storia sembravano calate a pennello sulla nostra quotidianità».

Ha trovato difficoltà nell’adattarlo?
«No, anche perché la magia del teatro ti rende tutto più facile. Inoltre, a dare una linea comica all’opera di Prokofiev ci pensa la realtà che ci circonda con presidenti di enti regionali che si affidano al pendolo o a continui cambi di decisioni sulla gestione dell’emergenza coronavirus. Tutto questo è veramente comico anche al di fuori del palcoscenico. Il teatro è già in crisi, poi ci si mettono anche loro a toglierci il lavoro come comici».

Cosa l’affascina di quest’opera?
«Mi ha sempre stregato per la meravigliosa bravura di Prokofiev di accostare dei suoni a delle immagini e a dei personaggi. Da amante dei gatti, ad esempio, trovo nelle note scritte dal compositore russo per il clarinetto, una vera trasposizione in suono del gatto, con le sue movenze, i suoi furbeschi attacchi e i suoi leggiadri balzi. La musica in generale è per me un riferimento importantissimo. Sono cresciuto con la consapevolezza che chi riesce ad apprezzare un’opera di Mozart, Puccini, Prokofiev ma in generale un’opera di musica classica è sicuramente un uomo migliore».

Che «favola» stiamo vivendo in questo periodo, soprattutto per chi è abituato a confrontarsi con il pubblico in sala?
«Una platea vuota è sicuramente una delle immagini più struggenti che un amante del teatro può vedere. Però in quella platea vuota riesco a guardare un pubblico diverso fatto di persone che attraverso uno smartphone, un computer o un tablet possono avvicinarsi ad un mondo, forse troppo spesso relegato a una nicchia di “eletti”. Amo pensare che in questo periodo attraverso questi mezzi ci sia un maggiore coinvolgimento del pubblico avvicinano anche le nuove generazioni al teatro; e sono certo che grazie a questi mezzi, qualcuno, quando sarà finita l’emergenza, avrà la curiosità di entrarci fisicamente. Se così fosse questo potrebbe il giusto finale di una favola, il vero “e vissero felici e contenti” di una fiaba che per ora si è fermata nella parte più triste della storia».

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