Baciata dalla fortuna
Acquaviva, ricevitoria fortunata fa il bis dopo 19 anni
Oggi fa «piovere» 142mila euro, nel 2001 furono 142 milioni di lire
ACQUAVIVA DELLE FONTI - A distanza di 19 anni la dea bendata ritorna nello stesso bar-ricevitoria, coprendolo di allori per un secondo «bottino» al Superenalotto.
Parliamo del «Chantilly Café» di via Maselli Campagna, la strada del vecchio Ospedale Miulli. Nel 2001 quel bar aveva contribuito a far vincere circa 142 milioni di vecchie lire a un dipendente del Comune di Acquaviva (purtroppo scomparso), l’altra mattina ha reso felice un'altra persona - tuttora ignota - che si è portata a casa 142mila 115 euro.
Non ha ancora un volto questo avventore che con una minima giocata da 10 euro e 50 centesimi ora si trova tra le mani una cifra considerevole che forse, con questi chiari di luna, potrebbe rivelarsi per lui (o per lei, non si sa) un’autentica manna dal cielo.
Lo scommettitore del 2020 ha azzeccato 4 numeri e un pingue «superstar», il numero moltiplicatore che si gioca a parte: non si è obbligati a farlo, ma se viene centrato serve ad aumentare di svariate volte la vincita, regolarmente già raggiunta. Potrebbe sembrare facile vincere, ma le possibilità, a dire di tanti, sarebbero abbastanza scarse, matematicamente.
Il misterioso Paperone di oggi insomma ha rischiato poco. Del resto anche nel 2001 bastarono appena 4.750 lire per arridere al dipendente comunale.
Diciannove anni fa, all’alba del millennio, il compianto impiegato di Palazzo De Mari, se avesse giocato l’89, il sesto numero vincente, si sarebbe aggiudicato la cifra astronomica di 14 miliardi di lire. Comunque i 142 milioni gli parvero piovere dal cielo. All’epoca, nei ritrovi di Acquaviva circolava la voce che i numeri fortunati gli furono regalati dal proprietario di un altro bar, ma non si è mai ben capito perché sarebbero stati giocati nel punto di ristoro di Dino Lucarelli.
Lucarelli a distanza di 19 anni ha fornito un secondo pitstop alla dea bendata, confermandosi barista-ricevitore superfortunato. Ad Acquaviva è molto conosciuto e stimato. Ogni mattina, all’alba, alza la saracinesca del locale e non passa inosservato per la sua affabilità, anche quando parla dell’attaccamento alla «sua» Inter.
Tornando all’ultima vincita, il gestore del bar rivela: «La giocata è stata effettuata l’altra mattina (sabato, ndr), verso mezzogiorno, e a quell’ora nel mio caffè ci sono sia clienti abituali sia alcuni di passaggio, che in molti casi ritornano ciclicamente a distanza di mesi. Mi piace il fatto che che questi colpi di fortuna sono imprevedibili e che imprevedibilmente possono migliorare la qualità della vita di qualcuno che magari di quel danaro ha davvero bisogno».
In città è già scattata la caccia al fortunello. «Non ho idea di chi possa essere - si congeda Lucarelli - anche se mi piacerebbe stringergli la mano. L’importante è che questi soldi vadano a fin di bene, come accadde nel 2001».