cultura
L'appello di autori pugliesi e lucani: «Riapriamo le librerie»
Da Carofiglio a Genisi, Venezia e Veneziani: c'è bisogno di cultura e letteratura
A un mese dal lockdown stabilito dal Governo, diventa sempre più pressante da parte dei lettori la voglia di andare a fare un salto in libreria per acquistare libri che facciano compagnia in questo periodo di solitudine. L’Ali (Associazione Librai Italiani) preme perché la riapertura sia imminente e sono migliaia gli intellettuali italiani che hanno firmato l’appello indirizzato al Ministro della Cultura, Dario Franceschini. Anche tanti protagonisti de mondo della cultura pugliesi e lucani sono a favore delle librerie aperte.
Lo scrittore barese Gianrico Carofiglio - che non ha certo bisogno della riapertura delle librerie per vendere i suoi libri, considerando che il suo ultimo romanzo La misura del tempo (Einaudi) sta continuando a stravendere in tutta Italia anche per corrispondenza, e che l’ebook è il più veduto degli ultimi due anni con un numero pari al doppio del secondo posto - è stato tra i primi firmatari dell’appello e dice: «La premessa è che per pensare di poter riaprire le librerie bisogna innanzitutto includere che vengano adottate le regole di cautela che si stanno adoperando per le altre attività aperte al pubblico. Non significa quindi che dobbiamo pensare di poter stare in libreria due ore per scegliere un libro, ma significa che vi siano ingressi contingentati, distanza di sicurezza, e tutti gli altri accorgimenti necessari per tutelare soprattutto chi vi lavora all’interno. Vedere le librerie aperte, tra l’altro, dà la percezione di un recupero progressivo della normalità. Ciò ridurrebbe anche il rischio di quel covare sordo da parte delle persone e sarebbe un modo intelligente e trasparente di iniziare ad allentare le restrizioni e di dare un tonico al Paese».
La scrittrice barese Gabriella Genisi, che sta impegnando la clausura forzata anche nella scrittura del suo prossimo romanzo, dice: «Bisogna riaprire le librerie perché i libri sono necessari in un momento storico in cui siamo smarriti e abbiamo bisogno di punti di riferimento. Per i lettori un libro è una certezza, un rifugio, una consolazione. Inoltre il protrarsi della chiusura può portare a una disfatta economica della realtà editoriale italiana già di per sé molto precaria. In altre nazioni, penso alla Francia per esempio, le librerie sono aperte, al pari dei negozi di generi alimentari. Libri come cibo per la mente e per l’anima».
Marcello Veneziani, giornalista e scrittore originario di Bisceglie commenta: «Sono perfettamente d’accordo con la riapertura, che dovrebbe avvenire con gli stessi criteri di sicurezza che si usano nei supermercati e nelle farmacie. In questi giorni bui abbiamo pochissime possibilità di far andare la mente verso cose positive e la lettura è sicuramente una di queste. Per chi è condannato a una selvaggia vita domestica e non ha una biblioteca molto fornita, i libri sono davvero il nostro tappeto volante che ci dà la possibilità di viaggiare con il pensiero».
Mariolina Venezia, la scrittrice lucana dalla cui penna è nata il pubblico ministero Imma Tataranni, è a Roma dove «approfitto del dover rimanere in casa per sperimentare e misurarmi con altre scritture – dice, e riguardo alla riapertura delle librerie aggiunge – sarebbe giusto, anzi, che non avessero mai chiuso, perché si sarebbero potuti usare sin dall’inizio gli stessi accorgimenti che si usano per le altre attività aperte».
L’economista barese Gianfranco Viesti spiega: «Le preoccupazioni sanitarie devono avere sempre la precedenza, tuttavia col procedere del tempo bisogna contemperarle con quelle di natura psicologica e economica. Per restare chiusi in casa molte settimane serve cibo, ma serve anche cibo della mente, e dunque favorire l’acquisto di libri è un elemento fondamentale. Poi bisogna considerare anche l’impatto economico della chiusura sulle librerie, che sono sempre di meno, ma sono un elemento preziosissimo del nostro apparato culturale e dunque è opportuno che nei processi, nello studio delle tecniche per riaprire, il settore delle librerie venga considerato uno dei più importanti su cui accelerare la riapertura, nella piena tutela della salute».