musica

Brunori Sas in Puglia presenta «Cip»: «Cinguetto come... un fringuellino»

Nicola Morisco

Il 3 aprile il cantautore sarà in concerto a Bari

Il cinguettio di Brunori Sas. Cip! è il titolo del nuovo album del 42enne cantautore calabrese, al secolo Dario Brunori, che da una settimana è tornato con 11 brani inediti in cui la poetica s’impone con un linguaggio nuovo, profondo, che colpisce ed emoziona dal primo ascolto. «Con questo nuovo progetto – commenta Brunori -, volevo riconsiderare il rapporto fra ciò che ho sempre considerato centrale, la vita degli uomini, e ciò che ho da sempre considerato periferico: l’universo che ci ospita».
Per definire l’arte e la creatività di Brunori Sas, le prime parole che vengono in mente sono ironia e contenuti alti. In questi 10 anni di attività ha cesellato la sua carriera artistica con tenacia, raggiungendo traguardi importanti riconosciti da pubblico e critica, tanto da essere considerato uno dei più autorevoli e creativi cantautori della musica italiana. Creatività che ha messa in campo anche per il tour promozionale del disco Parla con Dario, in cui Brunori incontra il suo pubblico in un dialogo diretto, che è in perfetta sintonia con alcune delle tematiche più importanti tracciate dal nuovo album, prima fra tutte l’importanza di rimettere l’uomo al centro della narrazione contemporanea. Lo ha fatto ieri incontrando i suoi fan alla Feltrinelli di Bari e lo farà oggi all’Officina Cantelmo di Lecce, mentre il 3 aprile Brunori Sas tornerà a Bari per esibirsi al Palaflorio.

«Più che negli altri dischi, per Cip! ho sentito l’esigenza di parlare di un noi, quindi di riunire intorno alle cose che faccio una comunità di persone: mi piaceva l’idea di presentare l’album senza nessuna mediazione tra me e il pubblico. Sono molto soddisfatto di come procede, mi espongo a qualsiasi domanda ed è anche bello vedere che le chiacchierate possono prendere pieghe di grande varietà. Si passa, infatti, da argomenti più leggeri a una grande profondità, argomenti mi consente di conoscere meglio chi mi ascolta. In questi incontri ho avuto anche delle interpretazioni e delle prospettive sui testi che scrivo, profondità decisamente molto stimolanti».

Brunori, «Cip!» è il ritorno al fanciullino che c’è in lei?
«Mi sembra la cosa più vicina al sentimento con il quale ho scritto le canzoni. A un certo punto mi sono perso nelle reminiscenze scolastiche e sono andato anche a rileggere Pascoli, nelle sue parole c’era tutto quello che avrei voluto mettere nel disco. Nell’album, comunque, cerco di recuperare lo sguardo fanciullo sulle cose, in un momento personale e anche sociale di disincanto, cerco di trovare tramite il canto un nuovo incanto. Volevo che le sensazioni che avvertivo intorno a me, non fossero tradotte in qualcosa di verboso, ma in una sorta di reazione garbata, in un cinguettio, appunto»

Come vede il mondo attuale questo fanciullo?
«Tende a non trovare scoramento, anche se vede intorno a sé un mondo che non funziona. Nel disco non c’è rassegnazione, ma è come se mi fossi detto che c’è una parte di umanità che sta andando in una direzione non umana per quanto mi riguarda, però c’è tanta umanità che purtroppo in questo periodo mediaticamente viene rappresentata, è più silente ma vuole andare da un’altra parte. Quindi, voglio cantare questa umanità che crede in una reale evoluzione e non si fa portare giù nel fango».

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