Le fiamme
Los Angeles distrutta dagli incendi: «Io salentino vi racconto i roghi di Hollywood»
Il noto costumista salentino Christian Cordella denuncia l’assenza di programmazione
Le fiamme continuano a divorare la California, inarrestabili, invincibili, spaventose. Il numero di morti aumenta e c’è apprensione per tanti italiani che vivono in quelle zone. Sono andati in fumo 160 km quadrati, 3 volte Manhattan. La lista dei morti s’allunga: l’ultima vittima è Dalyce Curry, nota per il suo ruolo nel film del 1980 «The Blues Brothers», che è deceduta tra le fiamme.
Christian Cordella, uno degli importanti concept designer di Hollywood, che ha curato i look dei personaggi più famosi del mondo cinematografico, è un salentino che vive da anni a Burbank, un comune degli Stati Uniti d’America della contea di Los Angeles, nello Stato della California. Con i soldi della sua fortunatissima carriera l’artista salentino ha anche comprato una bellissima casa proprio lì, in una zona circondata dai due giganteschi incendi. I venti soffiano ancora impietosamente alimentando i «giganti di fuoco» che cancellano tutto, storia e bellezza dei luoghi del sogno americano, oggi diventati «la più tragica Pompei di cui l’America abbia memoria».
Da due anni le assicurazioni evitano di sottoscrivere polizze per gli incendi, proprio per la frequenza di questi fenomeni in California, ci racconta il designer salentino. «I miasmi durante tutto il giorno si avvertono e il cielo ha un colore minaccioso - spiega Christian - vediamo il fumo in cielo e sentiamo l‘insostenibile puzza di bruciato». L’artista ci manda un video da incubo girato da una sua amica che ha perso la casa: dopo il passaggio delle fiamme, non resta niente. Alberi e case vengono cancellati per chilometri. «C’è il coprifuoco - racconta Cordella - Chi non lo rispetta viene arrestato senza troppi complimenti: viviamo nell’angoscia. Sono state completamente distrutte le case di tanti miei amici registi, di tante costumiste». Miliardi in cenere.
«Il rogo più vicino alla mia abitazione è quello di Altadena, che ha incenerito in poco tempo chilometri di ville, ristoranti e parchi - continua l’artista - Lo scenario è apocalittico. Fino a ieri le fiamme erano contenute all’11%, ora al 27%. Spero che il contenimento dell’incendio avanzi. Se il fuoco dovesse andare al di là della collina, la mia zona diventerebbe “fire hazard”, a rischio incendio». La gente ha paura di uscire anche per l’aria malsana. «Il traffico non c’è più - spiega Christian - Sono tornato qui qualche giorno fa per capire qual era la situazione e il fumo era così alto e fitto che l’aereo si è diretto verso l’Oceano per fare un’inversione a U e tornare verso la costa per atterrare».
Ma come si può spiegare un incendio così indomabile nella patria della tecnologia all’avanguardia per quanto riguarda il contenimento delle sciagure naturali? L’artista salentino è tranchant: «Credo che ci sia stata un po’ di inettitudine e superficialità: non è stato pianificato un intervento incisivo per una situazione prevedibile. Non è la prima volta che accadono questi incendi, anche se di proporzioni molto più ridotte: succede continuamente! Gli idranti non erano pieni d’acqua, la riserva era vuota e questo mi lascia davvero perplesso. Non saprei dire fino a che punto sia una causa naturale e quanta percentuale ci sia di colpa dell’uomo. Se non blocchi sul nascere l’incendio, poi finisce male. Dobbiamo, però, dire che i venti hanno avuto una forza incredibile. Tutti hanno rinforzato le finestre per paura che i vetri scoppiassero. Da oggi siamo nuovamente in allarme perché torna a soffiare un vento potentissimo».
Ma il problema non riguarda solo il gigantesco incendio: rappresentano una grossa minaccia anche gli sciacalli, i truffatori e i ladri che hanno preso di mira le case dei vip e non solo. «C’è chi sta girando per chiedere soldi con finte associazioni umanitarie - continua l’artista salentino - C’è gente senza scrupoli che sta cercando di lucrare su questa situazione tragica. Molti tengono la guardia alta anche a difesa delle proprie case. Credo che ci ritroviamo in questa situazione per l’incapacità di chi avrebbe dovuto programmare un intervento per difendere tutta questa zona da eventi naturali a cui siamo abituati ad assistere. Per quanto si voglia dare la colpa a fenomeni naturali, credo che l’incompetenza delle associazioni governative abbia avuto un ruolo importantissimo in tutta questa vicenda».