Le dichiarazioni

Israele, «Perché si punta il dito soltanto contro la violenza palestinese?»

Marisa Ingrosso

Il barese d’adozione Hasan: lì serve un unico Stato laico

«Il mio sentimento è contrastante. Nel senso che io ho ormai 60 anni e sto in Italia da più di 40 anni... e ogni volta ci si ricorda che esistono i palestinesi se fanno qualcosa di sbagliato, ci si ricorda di loro quando muore un israeliano». Taysir Hasan originario di Hableh, in Palestina, è barese di adozione ed è cittadino italiano. «Io - afferma - vedo quasi sempre la tv palestinese e, ogni giorno, la media di palestinesi uccisi dagli israeliani è 2-3. Due o tre ogni giorno. Perché nessuno ne parla? I coloni hanno bruciato un intero villaggio col beneplacito del ministero israeliano che ha detto “bruciateli!”. Perché nessuno si ricorda che fanno qualcosa di sbagliato gli israeliani e poi, quando i palestinesi non ce la fanno più, esplodono, allora la condanna è unanime? Io sono di natura contro la violenza, da qualunque essere viene. Ma perché ci si ricorda di condannare solo la violenza palestinese?». «A Gaza - continua Taysir Hasan - vivono 3 milioni di palestinesi, in un carcere a cielo aperto circondato da muri col filo spinato. Qualcuno si è chiesto da dove vengono? Sono quelli cacciati dai paesi vicini che ora sono kibbutz o chissà che altro. Vengono dai villaggi attorno a Gaza. La gente di Gaza non ha acqua potabile quasi mai, ha un paio d’ore di corrente elettrica al giorno, hanno condizioni di vita disastrose anche per colpa di chi governa quell’area ma che evidentemente sta bene al mondo che governino loro. E la gente a Gaza non ce la fa più. La stessa cosa in Cisgiordania. Qualcuno magari spara a un colono e allora se ne parla e però non dicono che a quello lì hanno ucciso il padre, hanno distrutto la casa... è un diritto riconosciuto difendersi dall’occupante».

L’esasperazione sì, però oggi sembra una grossa operazione pianificata e che ha colto impreparato Israele.

«C’è una specie di tregua tra Hamas e Israele, forse questa cosa è sfuggita ad Hamas o Israele».

Non crede ci sia Hamas dietro?

Hamas? Ma Hamas sono mille fazioni, mille anime. Tantissimi sono usciti da Hamas perché scontenti della repressione a Gaza. C’è anche una certa ribellione contro la dirigenza politica. A Gaza c’è Jihad, c’è Fronte popolare che sono laici comunisti, c’è Al Fatah. Come in Cisgiordania non c’è solo Hamas».

Decine e decine di missili e presa di ostaggi, è qualcosa di complicato...

«Certamente non è una piccola cosa e cogliere di sorpresa un esercito così organizzato e con la sua macchina investigativa e con l’intelligence... è stata una sorpresa per loro».

Lei è stato sorpreso?

«Non me l’aspettavo proprio una cosa del genere da Gaza».

Guardando al futuro lei ritiene possibile la soluzione dei due Stati?

«Non potranno esistere due Stati, ma un unico Stato in cui tutti vivono in maniera uguale e senza distinzione di sesso e idee politiche, un unico Stato laico e democratico. Ma allora dovrebbe essere sconfitta l’idea sionista di uno Stato di soli ebrei. Chiamatelo Israele, chiamatelo Palestina, ma facciamolo perché la gente non ce la fa più. Anche gli israeliani vogliono la pace».

Privacy Policy Cookie Policy