Il caso
Vicenda Sogin, si torna al Tribunale di Matera
«Mal speso il tempo per cercare la verità»
“Non possiamo esprimere soddisfazione per questo esito e ciò per una serie di ragioni. In primis, le indagini condotte dalla Procura di Potenza si sono estese per oltre sette anni, superando significativamente il termine massimo previsto di due anni per la durata delle indagini preliminari. Non è poi possibile ricollegare a Sogin alcuna ipotesi delittuosa e questo, anzitutto, sia per la sua natura di società di Stato sia per i meccanismi che ne regolano il riconoscimento dei costi nell’ambito delle attività che svolge. Detto altrimenti: per propri scopi statutari, Sogin non aveva e non ha mai interesse a ritardare interventi di risanamento ambientale perché questo nasce con questa finalità ed è ciò che fa ogni giorno, in Italia e all’estero”. È quanto spiega in una nota l’avvocato Guido Carlo Alleva, legale di Sogin spa dopo l’udienza preliminare a Potenza.
“Come se non bastasse – prosegue Alleva – l’ipotesi di reato alla base di una delle contestazioni di illecito amministrativo ritenute ancora non prescritte, quella di disastro ambientale, è già stata ritenuta insussistente dal Giudice per le Indagini Preliminari nel corso della fase cautelare. Per parte sua, la Provincia di Matera, con determina n. 62 del 22 maggio 2025, ha riconosciuto che i superamenti rilevati hanno origini storiche o naturali e non sono attribuibili all'operato della Società. In definitiva, un’udienza preliminare che poteva consentire di definire in modo snello e celere quello che è evidente, si è risolta in un rinvio all’evidenza superfluo al giudice di Matera. E dunque al tribunale di Matera spetterà accertare tra molto tempo quello che poteva essere definito qui a Potenza oggi”.