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A rischio l’indotto della Stellantis e il distretto materano del mobile

ANTONELLA INCISO

Con i dazi Usa le piccole imprese temono per l’export

L’incertezza. Da quando gli Stati Uniti hanno annunciato il raddoppio dei dazi sull’acciaio e sull’alluminio, passando dal 25 al 50 per cento, a pesare di più è l’incertezza. Gli imprenditori lucani lo dicono senza giri di parole, sottolineando come sia necessario avere un quadro chiaro. Per le piccole e medie imprese lucane, in particolare, quelli che si stanno vivendo sono giorni complicati, fatti di un misto di timore e di speranza per i riflessi che i dazi americani, ed anche i controdazi europei, potrebbero avere sui prodotti lucani destinati ai mercati esteri ma anche sulle importazioni che dagli Usa arrivano in Basilicata. Uno scenario articolato che il presidente di Confapi, Massimo De Salvo, mette in luce. D’altra parte, i settori a rischio sono proprio quelli strategici per l’economia lucana, a cominciare da quello dell’auto a cui segue quello del mobile del Distretto murgiano-materano per arrivare all’agroalimentare (che negli ultimi anni è diventato un vero e proprio motore dell’’export, incrementando il suo valore complessivo del 4,7 per cento).

Un “made in Basilicata “che sui mercati Usa vale complessivamente 120 milioni di euro, secondo i dati di Banca d’Italia. Insomma, una fetta importante del Pil della Basilicata che, da mesi, vive appeso all’incubo dazi ed alle decisioni altalenanti che vi girano attorno. Creando proprio quell’incertezza che per il presidente De Salvo è la cosa peggiore .

“Per un imprenditore la cosa più brutta è l’incertezza. Se sai che i dazi sono al 50 per cento ti organizzi e trovi una soluzione, ma se prima c’è una notizia e poi un’altra si costruisce una politica commerciale che non serve a nulla” ripete, con una certa delusione, il rappresentante dei piccoli e medi imprenditori che sottolinea come il comparto più a rischio, con l’ipotesi di dazi al 50 per cento per acciaio ed alluminio, sia proprio l’automotive. “C’è preoccupazione per i dazi nelle imprese e soprattutto per l’indotto dell’ auto. Noi speriamo che Trump faccia solo proclami e poi, alla fine, torni indietro, ma non possiamo fare altro. Sono giochi più grandi di noi che non possiamo governare o condizionare, soprattutto se consideriamo la piccola Basilicata – evidenzia De Salvo.

“Quando c’è incertezza c’è un problema. Un’azienda che deve fare un acquisto e non ha la certezza di quello che troverà quando si scarica la nave perché i dazi si pagano quando la nave arriva, non quando parte, comporta che ovviamente il cliente riduce gli ordini perché non sa che dazi troverà” dice, confermando la riduzione delle richiesta. Poi, l’esponente di Confapi si sofferma sugli effetti che si potrebbero avere sull’automotive con i dazi sull’alluminio e l’acciaio al 50 per cento. “Questi dazi colpiscono il settore dell’automotive che è legato alle azienda dell’indotto ed è evidente che se viene meno quell’economia l’effetto sarà a cascata perché verranno meno le commesse e di conseguenza ci sarà la riduzione dei posti di lavoro con le casse integrazioni – sostiene De Salvo - Poi, bisognerà vedere i controdazi che applicherà l’Europa. Noi parliamo dell’export ma ci sono anche le importazioni che hanno riflessi sulle aziende che acquistano”. “E’ una situazione difficile” aggiunge De Salvo che parla anche di sorpresa per l’indicazione di Trump. “La proposta del 50 per cento è di pochi giorni fa. E’ una proposta che ci ha colti di sorpresa perché lui prima ha detto una cosa e poi il contrario” conclude l’imprenditore ricordando come sia proprio l’incertezza la cosa più complicata da affrontare.

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