La notizia
Il principe Alberto di Monaco a Irsina per inaugurare antico stemma lapideo della famiglia Grimaldi
È stato recentemente restaurato. È la seconda visita in Basilicata per il principe
IRSINA - «Irsina è una città veramente speciale": lo ha detto, parlando con i giornalisti, il principe Alberto II di Monaco in visita oggi nella città in provincia di Matera per inaugurare un antico stemma lapideo della famiglia Grimaldi, recentemente restaurato. Il principe è stato accolto dal sindaco Gaetano Garzone e dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
Il principe, per la seconda volta in Basilicata, ha sottolineato «la bellezza del territorio lucano, che ha molto da offrire. Irsina - ha aggiunto - ha un patrimonio di grande interesse culturale, come gli affreschi del '300 nell’ex convento di San Francesco che sono spettacolari. Vogliamo - ha proseguito - sempre celebrare il legame storico dei territori con la nostra famiglia e il nostro Principato. Senza nostalgia per il passato, vogliamo accompagnarli nello sviluppo, con uno scambio turistico, economico e culturale. E’ per noi sempre un piacere essere nei territori, in Italia, in Francia e in Spagna, legati alla nostra famiglia e al nostro Principato», ha concluso Alberto II di Monaco.
Il consigliere regionale della Basilicata ed ex sindaco della cittadina materana, Nicola Morea, ha messo in evidenza che «Irsina ha vissuto oggi una giornata straordinaria. Un evento dal profondo valore simbolico e culturale che riannoda i fili della nostra storia con lo sguardo rivolto al futuro, offrendo una preziosa occasione per riscoprire e valorizzare le radici profonde che legano la nostra comunità a vicende e protagonisti della grande storia europea».
Per Morea, «è stata una giornata che ha acceso i riflettori sul nostro territorio, ricco di bellezza, cultura e accoglienza e che ha rappresentato una vetrina importante per Irsina, capace di mostrare con fierezza la propria identità e il proprio potenziale. Questo incontro - ha concluso - resterà impresso nella memoria collettiva come simbolo di apertura, amicizia e speranza».