lavoro
Matera, ora si lavora al rilancio aziendale di Callmat
C’è l’ipotesi di varare l’Agenzia regionale per la digitalizzazione
MATERA - Il primo obiettivo è stato raggiunto, il ritiro della procedura di licenziamento per gli oltre 250 lavoratori della Callmat, grazie all’intesa raggiunta tra la Regione Basilicata, Tim, Callmat, i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl nell’incontro dell’8 gennaio nella sede del Mimit- Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un primo importante traguardo, per il segretario regionale Ugl Pino Giordano “adesso – ha detto- abbiamo il tempo per valutare tutta la questione. Da parte del Mimit infatti è emersa la disponibilità a monitorare gli impegni da assumere già con un incontro a febbraio. Da parte di Tim l’impegno a garantire volumi di commesse alla CallMat fino a marzo e da parte della Regione di attivare interventi di digitalizzazione nelle Pubbliche Amministrazioni lucane per il ricollocamento dei lavoratori. Una sfida non facile, per questo dobbiamo metterci intorno a un tavolo, discutere. Intanto vigileremo su tutto il processo che si andrà a costruire fiduciosi per il sistema occupazionale del sito CallMat di Matera e che non venga abbandonato nessun lavoratore”. Per il segretario regionale Cisl Vincenzo Cavallo “c’è tanto da fare.
Il ritiro della procedura di licenziamento è soltanto il primo passo per tranquillizzare i lavoratori, poi c’è tutto un lavoro da portare avanti perché il progetto che si è definito nell’incontro al Mimit ha una scadenza. In questo lasso di tempo, prosegue il segretario, “dobbiamo lavorare in sinergia con le istituzioni sia a livello regionale che governativo per creare progetti di digitalizzazione che diano la possibilità ai lavoratori di poter rimanere nel mondo del lavoro. Abbiamo chiesto alla Regione un incontro immediato e di aprire un tavolo permanente per accelerare il più possibile il percorso”. Il prossimo mese infatti al Mimit sarà convocato un tavolo che riguarderà non solo la Callmat perché come ha sottolineato il segretario regionale Cgil Fernando Mega “il problema riguarda tutto il Paese. C’è una grave crisi, e quindi il problema riguarda la Sicilia, la Calabria, la Basilicata e migliaia di giovani, qui sono oltre 400 lavoratori. Si è preso tempo. Dalla Tim dipende tutto, e sperando che il Governo abbia capacità dissuasive e persuasive soprattutto di un nuovo piano industriale nel quale la Tim si impegni a non chiudere Matera. Oggi questo impegno non c’è, c’è un impegno fino a fine marzo. La Regione Basilicata sta facendo la sua parte mettendo in campo le cosiddette politiche attive, ma immaginare di riassorbire 400 persone in lavori di digitalizzazione e altro, la vedo un’impresa piuttosto ardua. Tuttavia siamo in questa vertenza in sintonia con la Regione, speriamo di approdare a un risultato che salvi il salvabile”. Chiude infine il segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli Uil sottolineando che “come sindacato non siamo solo sul piede di guerra, ma stiamo proponendo tavoli, idee e proposte per dare prospettive a questo settore anche collegandoci al tavolo nazionale. Abbiamo chiesto all’assessore Cupparo di guardare a questa vertenza come un’ opportunità per mettere in campo una scelta strategica, cioè quella di costruire un’Agenzia regionale della digitalizzazione delle attività e dei servizi che possiamo offrire come Basilicata, visto che in questa regione abbiamo competenze e professionalità”. Da parte dell’assessore regionale allo sviluppo economico e lavoro Francesco Cupparo, l’impegno, ribadito al termine dell’incontro al Ministero, di individuare ogni soluzione utile per garantire il futuro di un’attività che coinvolge circa 400 lavoratori e di attivare strumenti di tutela come gli ammortizzatori sociali.
“Il programma di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione- ha detto- richiede un approfondimento per verificarne l’attuazione nella nostra realtà regionale legata ai bisogni esistenti e all’occupazione necessaria coinvolgendo l’ intero Consiglio regionale”. L’ assessore ha anche chiesto uno specifico impegno finanziario del Governo in aggiunta a quello che assicurerà la Regione.