Polemica politica
Matera, dimensionamento scolastico: undici dirigenze in meno
C'e il rischio di un ulteriore isolamento delle comunità montane. Il Pd: «La necessità di un riordino non è da attuare in tali termini».
MATERA - Si profila come una penalizzazione senza precedenti l’effetto del dimensionamento scolastico sul territorio, con Matera e provincia che rischiano di dover pagare il prezzo più alto dal momento che, sulla base di quanto al momento previsto, si registrerà la riduzione di ben 11 dirigenze scolastiche.
Fin troppo agevole immaginare i disagi che potranno derivarne, oltre che al personale scolastico, agli studenti ed alle loro famiglie, non escludendo riflessi anche sul fronte di un possibile ulteriore spopolamento delle località montane più difficili da raggiungere che a quel punto, perdendo anche i presìdi scolastici, sarebbero ancora più isolate.
Una situazione, quella che va profilandosi, che non lascia indifferente la politica la quale, anzi, sta già ponendo il tema tra gli argomenti al centro del confronto, anche in vista delle prossime elezioni regionali.
«La norma che impone il dimensionamento scolastico è un’incomprensibile taglio di risorse finanziarie e professionali a danno della scuola pubblica», tuona la della Federazione Provinciale PD Matera sottolineando che «la portata di tale misura normativa deliberata dal Governo determinerà il completo stravolgimento della rete scolastica, ad esclusivo danno degli studenti».
Insomma un danno ma anche un disagio sociale, che non potrà non avere un impatto forte.
«Ma quel che è peggio è che al danno, per la Basilicata e per la Provincia di Matera, si aggiunge anche la beffa», sostengono fra le tante altre cose dalla segreteria del PD di Matera, visto che «il presidente Bardi e la sua maggioranza hanno stabilito di non svolgere alcuna azione volta a contrastare il Decreto interministeriale n.127 del 30 giugno 2023, che pure imporrà alla scuola lucana il taglio più alto d’Italia». E qui i numeri che inducono il PD materano a insorgere: «Si prevede una riduzione nella Provincia di Matera di ben undici dirigenze scolastiche. La nostra - affermano tra le altre cose dal PD -, non è una presa di posizione contro gli sprechi o contro l’esigenza di riorganizzare alcuni settori della struttura pubblica, e naturalmente, non siamo contrari a prescindere alle riforme o alle modifiche normative di settori importanti come quello scolastico. Siamo consapevoli che un riordino “dell’apparato scuola” sia necessario anche per rispettare parametri ed esigenze di carattere sovranazionale, ma siamo convinti che una soglia più bassa di quella stabilita dal Governo (quasi novecento studenti per poter avere una dirigenza scolastica) rispetto al numero medio di alunni per istituto e la salvaguardia degli istituti scolastici situati nei Comuni montani e nelle aree interne, sia quantomeno necessaria per veder applicata la garanzia generale del diritto allo studio ugualitario».
E ancora una volta sono i numeri a dare la misura del rischio: «L’attuale numero medio di alunni per istituto, infatti, previsto con la Legge di Bilancio dello Stato 2022 per gli anni scolastici 2022-2023 e 2023-2024 prevede, per avere un proprio dirigente e Dsga, il numero minimo di 600 studenti e di 400 nei comuni montani abbassato però, come nell’anno scolastico 2021-2022, a 500 e 300. Riteniamo dunque - si legge nella nota del PD di Matera - che il depotenziamento indiscriminato delle istituzioni scolastiche, così come delineato nei modi e nelle forme del Decreto interministeriale del Governo Meloni, indurrà inevitabilmente ed ulteriormente lo spopolamento delle aree interne e l’emigrazione delle famiglie verso i centri più popolosi, acuendo lo squilibrio sociale ed economico connaturato alla perdita di servizi, di cui sono vittime incolpevoli un gran numero di cittadini lucani».
Da qui la considerazione finale, esprimendo tra le altre cose «assoluta contrarietà al taglio indiscriminato della scuola pubblica»