La manifestazione

«L’autonomia creerà danni anche al Nord», a Matera politica, sindacati e cittadini scendono in piazza

Enzo Fontanarosa

Il corteo dalla sede della Provincia ha raggiunto l’Ospedale, poiché la riforma colpirebbe duramente la Sanità pubblica

MATERA - «Sul tema dell’autonomia differenziata se ne discute da tempo. Spesso, però, in situazioni, come convegni, dove c’erano piuttosto addetti ai lavori. Invece, abbiamo voluto che la cosa venisse posta più all’attenzione dei cittadini, con una manifestazione di piazza». Viviana Verri, coordinatrice territoriale del Movimento 5 Stelle, è tra i promotori della manifestazione che ieri, in forma di corteo, ha sfilato dalla sede della Provincia e, lungo via Lucana, sino all’Ospedale Madonna delle Grazie per dire no al progetto di legge sull’autonomia differenziata. Ieri, sfidando il caldo torrido, in tanti hanno preso parte alla mobilitazione: rappresentanti di partiti politici e organizzazioni sindacali, sindaci e cittadini. «Il percorso di questa manifestazione – spiega – è stato volutamente fatto partire da una sede istituzionale per giungere a quello che è un po’ il simbolo della sanità, dunque del diritto alla salute, che da questa riforma verrebbe compromesso. Si attuerebbe a costo zero per lo Stato ma non garantendo che venga recuperato il gap di prestazioni sanitarie, che già in Basilicata c’è».

Un aspetto che evidenzia Eustachio Nicoletti, segretario generale della Spi Cgil: «La categoria sociale degli anziani è tra le più sofferenti: per natura hanno più bisogno costante di cura. La condizione della Sanità materana offre una percentuale bassa di potersi curare. I livelli essenziali di assistenza sono sottostimati perciò partecipiamo per dire al presidente della Regione Bardi che dalla sua elezione non deriva alcuna delega dei cittadini perché a nome loro dia assenso al Governo nazionale al progetto di legge. Avrebbe dovuto discuterne con i cittadini rispetto a quella che è una idea di modifica costituzionale che va a disgregare l’Italia e che noi riteniamo anticostituzionale». Il capogruppo Pd nel Consiglio regionale, Roberto Cifarelli, si sofferma su questo concetto evidenziando che «la traduzione nel Ddl Calderoli degli articoli 116 e 117 della Costituzione rischia di dividere l’Italia ed aumentare il divario tra cittadini. Il tema diventi questione di popolo. L’autonomia differenziata non conviene neanche al Nord».

Un divario inaccettabile quanto improponibile tra le due «Italie» che ritorna nelle parole del sindaco Domenico Bennardi: «Abbiamo assistito ad un frequente balletto di bozze del Ddl Calderoli. Ma ha ragione Giuseppe Conte quando dice che qui si tratta il tema dell’unità d’Italia come se fosse un affare privato tra partiti di maggioranza». E poi evidenzia come «da sindaco di una città del Sud la mia idea è chiara: nessuna nuova funzione potrà essere delegata alle Regioni se prima non si siano definiti, con le adeguate coperture, i livelli essenziali delle prestazioni. Dovrà, in ogni caso, comunque essere il Parlamento a definire le “regole d’ingaggio” con una legge quadro che tenga in massima considerazione le varie commissioni parlamentari coinvolte».

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