Malasanità
Matera: in ospedale contrae un batterio e muore. La famiglia: «Urina sotto al letto, garze usate sul comò»
Il caso di Luigi D’Oppido. A distanza di un giorno l’uno dall’altro, due decessi sospetti al «Madonna delle Grazie» per polmonite batterica
Ricoverato all’Utic (Unità di terapia intensiva cardiologica) per una sospetta sindrome coronarica acuta. Dopo sei giorni muore per aver contratto una polmonite batterica. Che è tutt’altra cosa rispetto al Covid. Si tratta di un deja-vù per i lettori della Gazzetta. Lunedì scorso ci siamo occupati del caso di Domenico Lamastra, oggi tocca a Luigi D’Oppido. Stesso scenario, l’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, analogo triste epilogo a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, due famiglie distrutte dal dolore e desiderose di fare luce sull’accaduto. I familiari di D’Oppido, in una denuncia ai carabinieri, spiegano che durante il ricovero del congiunto avevano notato subito una mancanza di igiene, esattamente come è accaduto nel caso Lamastra. Un contesto da brividi: sul comodino garzine usate, pillole sparse, siringhe e flebo incustodite. «Sotto il letto - precisa la moglie di D’Oppido, Maria Continisio - era evidente una pozza di urina (per perdita della pompa del catetere) che ho prontamente provveduto a far rilevare al personale medico e paramedico. Ma le urine sono state coperte solo da una traversa che è rimasta lì per due giorni». Un episodio che testimonierebbe la scarsa attenzione sul fronte igienico. Dopo aver segnalato personalmente il decesso di un paziente che dormiva nel letto accanto al marito («aveva salivazione fuori dalla cavità orale - racconta Continisio - ho quindi chiamato una infermiera ma è arrivata in stanza una Oss che si è limitata a pulire con una garzina la bocca del paziente»), la moglie di D’Oppido ha assistito al peggioramento delle condizioni del marito a cui veniva applicata la Bipap, apparecchiatura per la ventilazione, e somministrato antibiotici ad ampio spettro. L’inizio della fine. Perché di lì a poco l’uomo è venuto a mancare. Data del decesso 30 marzo 2022. Soltanto il 27 giugno successivo la famiglia D’Oppido è riuscita ad avere la cartella clinica e altri documenti sanitari da cui ha appreso che Luigi è deceduto per choc settico in seguito a polmonite da batterio. «A questo punto - si legge nella denuncia firmata da Continisio - è lecito dubitare della salubrità dell’ambiente sanitario e non solo, ma anche della qualità dell’ossigeno e delle sue condotte e del personale infermieristico che privo di guanti potrebbe aver infettato mio marito, il paziente accanto a lui e altri deceduti contestualmente e presumibilmente per infezione riconducibile allo stesso batterio». Di qui la richiesta ai carabinieri di valutare, in caso di accertamento di violazione agli standard minimi di igiene, se possa configurarsi un collegamento diretto (o concausa) tra la morte dell’uomo e l’insalubrità dell’ambiente in cui era ricoverato.