Il caso
Darsena San Cataldo, approdo inagibile per le alghe: ora i diportisti vogliono indietro i soldi
Il Comune rischia contenziosi. La questione potrebbe essere finalmente risolta grazie ai fondi del Cis
La darsena di San Cataldo continua ad essere per diversi periodi inutilizzabile a causa delle alghe che bloccano il canale di accesso (che il Comune ha l’obbligo di pulire) e i bacini interni, rendendo difficile il passaggio delle barche. Circa 30 titolari dei posti barca sono determinati a chiedere un risarcimento danni al Comune di Lecce.
I costi per il Comune di Lecce sono enormi, perché oltre a rimuovere le alghe deve farle analizzare e smaltirle. Il presidente della Commissione controllo XI, Antonio Rotundo, ieri mattina, ha convocato una riunione a Palazzo Carafa per fare il punto. Quando la posidonia fa ingresso in maniera massiccia nella darsena, il Comune è costretto a fare ricorso ai fondi accantonati in bilancio per questo tipo di interventi: a breve dovrebbe essere realizzato il terzo intervento di pulizia del canale, a distanza di pochi mesi. Nel frattempo il Comune ha provveduto a installare la rete idrica ed elettrica, che andrà a servire i ponteggi. Il servizio carburante, invece, non è ancora partito.
«C’è la possibilità di risolvere in maniera definitiva il problema della posidonia con un progetto Cis (Contratto istituzionale di sviluppo, ndr) da 5,4 milioni: a breve potremo approvare il progetto e dare il via ai lavori», ha annunciato il dirigente comunale Giovanni Puce. Il consigliere di maggioranza Andrea Pasquino, però, ha lanciato l’allarme sul rischio contenziosi e ha riflettuto sul fatto che per un nuovo cantiere ci vorrà molto tempo: «I diportisti sembrano intenzionati a chiedere un risarcimento per la mancata fruibilità della darsena, perché non valutare altri interventi, nel frattempo, come quello di liberare i ponticelli?». Il consigliere Pd, Paolo Foresio, ha stigmatizzato l’atteggiamento dell’amministrazione, che ha aperto la darsena senza risolvere definitivamente il problema: «Le persone hanno pagato il posto barca e quest’estate non sono potute uscire: oggi ci chiedono con l’avvocato i soldi che hanno versato».
«Il bando che ha portato a queste conseguenze è della passata amministrazione», ha replicato Pasquino. «L’analisi della struttura di cui parliamo ci può raccontare la verità su questa vicenda: è inadeguata, imperfetta (per usare un eufemismo) e tutti lo sappiamo: stiamo parlando di una curva a gomito stretta che permette alle alghe di accumularsi - ha chiarito il vicesindaco con delega ai lavori Pubblici, Roberto Giordano Anguilla - Lo smaltimento delle alghe richiede procedure lunghe e farraginose. Inoltre ci sono periodo dell’anno in cui non possiamo intervenire con il dragaggio, quel periodo è terminato il 15 ottobre». La maggioranza ribadisce che il contratto ereditato e i lavori fatti hanno portato a questa situazione. Per il vicesindaco è necessario puntare su un’opera nuova. Rotundo esprime preoccupazione: «I circa 80 assegnatari si lamentano perché per 3 mesi non hanno potuto usufruire della struttura, alcuni hanno danneggiato la barca a causa delle alghe: un gruppo cospicuo si è già rivolto a un legale. Ci sono montagne di alghe nei bacini interni». Per il Comune di Lecce si profilano nuovi guai e possibili nuovi debiti fuori bilancio.